«State in casa». Ancora. Le lingue di fuoco che si levano da Porto Marghera. Divorano l'azienda. L'incendio che prende sempre più forza. Il fumo che si leva in alto e si increspa, non si arresta. È un'intera colonna di fumo nero che si alza nel vento. No. Questa volta non è il Coronavirus, questa volta chiudetevi in casa perché a Porto Marghera è esploso un incendio in un'industria chimica, la 3V Sigma alle porte di Venezia.
L'allarme è scattato alle 10.15 di ieri mattina per lo scoppio di un serbatoio di mille metri cubi. Immediato il tweet dei vigili del fuoco che annunciava due feriti. Uno portato al Centro ustioni di Verona e l'altro trasferito al reparto Grandi ustionati di Padova. Subito è partito il tam tam su Facebook, le persone che correvano per chiudere le finestre, per tapparsi in casa. Le chat e i social esplodevano di video e immagini. Le fiamme, circoscritte da otto squadre dei vigili del fuoco, con il nucleo Nbcr e con rinforzi da tutto il Veneto, per un totale di 80 uomini, erano ben visibili a chilometri di distanza. «La nube va verso nord est ci scrive un poliziotto - ma zone Mestre, Marghera, Miranese, Riviera del Brenta: chiudetevi in casa. Codice rosso. Fabbrica chimica».
Venezia è stata avvolta da una nube e anche dai paesi accanto si scorgevano le colonne di fumo. Il servizio di emergenza sanitaria del Suem di Venezia e Treviso è intervenuto con quattro ambulanze, due elicotteri e squadre di soccorsi speciali. Immediatamente la centrale operativa della polizia locale, ha invitato «tutti i residenti nella municipalità di Marghera a restare in casa e tenere chiuse porte e finestre». Il sindaco Luigi Brugnaro ha esortato tutti a non uscire e mettere stracci umidi a porte e finestre. Anche le amministrazioni comunali dei comuni accanto e non solo, hanno provveduto in tal senso. Preoccupava il rischio di emissioni tossiche.
L'azienda produce vernici, solventi, sbiancanti per cementifici, leader a livello mondiale di componenti intermedie necessarie all'industria chimica. Ma già al centro di proteste e scioperi da parte dei sindacati per la sicurezza. Pare che i due ustionati stessero facendo operazioni di manutenzione. «Il Signore ci ha assistito ha detto il sindaco Luigi Brugnaro è evidente che la città ha bisogno di una assistenza particolare». Alle 18 di ieri l'assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin ci dice: «L'incendio è praticamente spento, resta un piccolo focolaio che deve essere controllato perché c'è del materiale in una cisterna e bisogna aspettare che si esaurisca.
Ci sono i tecnici dell'Arpav che stanno facendo tutti i controlli anche per lo sversamento dell'acqua di spegnimento, è in corso la bonifica ambientale e in corso di accertamento le cause dell'innesco. L'allarme è comunque rientrato». Già alle 14 è suonata la seconda sirena. «Potete tornare alla normalità», scrivevano i sindaci su Facebook. Ma quale?
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