"Salvini guida il partito di lotta, io quello di governo". Roberto Maroni è netto. E, dopo che lo aveva già fatto Umberto Bossi nei giorni scorsi, lancia un duro monito a Matteo Salvini. "Su alcune questioni - mette in chiaro in una intervista alla Stampa - abbiamo opinioni differenti".
Maroni non sposa la linea dalla leader del Front National, Marine Le Pen. "Lei teorizza lo Stato nazione, lo vuole rafforzare, mentre la Lega non è mai stata favorevole - tuona il governatore della Regione Lombardia - anzi, ha sempre contrastato l'accentramento dei poteri del governo centrale. Tatticamente siamo alleati e va bene, ma il disegno strategico è diverso. Ora, se si vuole seguire il lepenismo e il rafforzamento del centralismo statale, allora per coerenza si dovrebbe votare 'sì' al referendum costituzionale".
Il risultato delle elezioni regionali in Germania, però, galvanizzano Salvini che spinge l'acceleratore sulla propria linea politica. Esaltando lo "schiaffone alla Merkel nella sua regione" e il "trionfo di Alternativa per la Germania, alleata della Lega e della Le Pen", il leader del Carroccio archivia le critiche che gli arrivano dall'interno del partito. "Ovviamente molti giornalisti italiani, ignoranti e in malafede, parlano di vittoria degli 'xenofobi, razzisti, estremisti, populisti' e bla bla bla...", aggiunge.
"Vogliamo - ribadisce infine il leader della Lega Nord - essere Liberi, vogliamo serenità, lavoro, regole e rispetto. L'Unione europea di banchieri e massoni, con l'euro, è un mostro da abbattere. Forza, siamo sulla strada giusta, ora tocca a noi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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