Gianpaolo IacobiniIn Italia fu tra i carnefici delle Ss. In Germania è un cittadino modello. E un anno fa gli hanno dato pure una medaglia. A vederlo in foto, col bianco che tinge i capelli ed i suoi 94 anni compiuti l'8 febbraio, Wilhelm Kusterer non sembra poi tanto cattivo. Lo si potrebbe scambiare per un tranquillo nonno qualunque. Invece, dietro la bonomia che la vecchiaia porta con sé, si nasconde un macellaio di anziani, donne e bambini. Più che un'opinione, il verdetto passato in giudicato di diversi tribunali. Che a Kusterer hanno inflitto per due volte il carcere a vita per ciò che di certo era: un sergente delle Schutz-staffeln che durante la seconda guerra mondiale partecipò alle stragi naziste di San Terenzio Monti, Vinca e Marzabotto, consumate tra l'agosto e l'ottobre del 1944 nei paesi dell'appennino tosco-emiliano con un bilancio terrificante: più di 1.150 vittime. Un uomo così Bastian Rosenau, sindaco del comune di Engelsbrand, nel Land del Baden-Württemberg, ai confini con la Francia, lo ha premiato. Con tanto di stretta di mano, perché considerato «un cittadino attivo e onorevole, che ha reso grandi servigi al suo Comune di origine», recita la motivazione ufficiale riportata dal quotidiano Pforzheimer Zeitung. La notizia, risalente al marzo del 2015 e sin qui ignota ai più, mai forse sarebbe giunta nel Belpaese se Valter Cardi, presidente del comitato per le onoranze ai caduti di Marzabotto, che a Monte Sole perse un cugino neonato, non ne avesse raccolto l'eco per rilanciarlo nell'Italia dei dormienti. Ora naturalmente destatisi e già in campo a dettare condizioni all'alleato germanico. Alle proteste dell'Anpi si sono accodati i deputati del Pd: Andrea De Maria, Sandra Zampa e Gianluca Benamati hanno già annunciato che domani depositeranno un'interrogazione in Commissione Esteri «affinché ogni passo sia compiuto a livello istituzionale per revocare la medaglia d'onore all'ex boia di Marzabotto». Destinatario, Angela Merkel. Neppure nominata, in ossequio alla ragion di Stato o magari per far scordare le parole e gli impegni ovviamente non mantenuti - dei compagni germanici, su tutti il presidente del parlamento tedesco, il teutonico e socialdemocratico Martin Schulz. Che nel 2012, visitando Marzabotto, si disse «sconvolto dalla brutalità dei nazisti», confessando lacrime agli occhi: «Dopo tutto ciò che è successo, è un miracolo essere accolto come un amico. Per questo regalo, perché lo considero un regalo, vi sarò grato tutta la mia vita». Lacrime di coccodrillo? Sicuramente, da allora l'amica Germania tutto ha fatto tranne che pagare il prezzo delle proprie nefandezze belliche. «Abbiamo una responsabilità perenne per i crimini nazisti», ammetteva la Cancelliera nel 2013, alla vigilia della Giornata della memoria. E tanto ne era convinta che prima ha ottenuto che la Corte internazionale di giustizia dell'Aja introducesse il principio (nel 2014 disapplicato dalla Corte Costituzionale) dell'immunità civile degli Stati per i crimini di guerra, per risparmiare così qualche miliardo, e poi non ha mosso un dito per dare seguito alle decine di sentenze emesse dai tribunali italiani nei riguardi di altrettanti nazisti.
Nessuna delle quali, ricorda il procuratore della Repubblica presso il tribunale militare di Roma, Marco De Paolis, «mai eseguita». Nell'elenco anche quella a carico del sergente Kusterer: mani sporche di sangue, sul groppone due ergastoli, al petto una medaglia al merito civile. Nel silenzio di Frau Merkel.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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