Il giudice di Sorveglianza di Milano Beatrice Crosti ha concesso la liberazione anticipata a Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia termirà l’affidamento in prova ai servizi sociali, che sta svolgendo alla struttura Sacra Famiglia di Cesano Boscone, il prossimo 8 marzo. Si chiude così il capitolo giudiziario relativo al processo Mediaset che si era concluso con una condanna definitiva a quattro anni di carcere di cui tre coperti da indulto.
Il Cavaliere avrebbe dovuto concludere l’affidamento in prova ai servizi sociali, con tanto di attività di volontariato nel centro di anziani alle porte di Milano, il prossimo 23 aprile. E detraendo da questa data i 45 giorni di liberazione anticipata concessa, finirà il suo iter il prossimo 8 marzo. La decisione del giudice Crosti arriva nonostante il parere negativo della procura influenzata dalla diffida (orale e scritta) ricevuta dall'ex premier per gli attacchi alla magistratura in alcune interviste trasmesse in televisione o durante la testimonianza al processo a carico di Valter Lavitola. Parole di cui il leader di Forza Italia si scusò quando, lo scorso luglio, fu convocato dalla Crosti. Dopo la relazione firmata da Severina Panarello, responsabile dell’Ufficio esecuzione penale esterna (Uepe), oggi il giudice di Sorveglianza ha acconsentito alla richiesta dello sconto.
Sulla base anche delle relazioni dell’Uepe, il tribunale dovrebbe dichiarare estinta la pena principale e quelle accessorie, tra cui l’interdizione per due anni dai pubblici uffici. Berlusconi resta, tuttavia, incandidabile per via della legge Severino.
L’ex premier, che si è anche rivolto alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo lamentando una presunta illegittimità della sentenza Mediaset, potrebbe chiedere comunque la "riabilitazione", prevista dalla stessa legge Severino, che, se concessa, può consentirgli di anticipare di circa un anno il suo rientro in politica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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