Medici positivi, torna l'allarme. Focolai per matrimoni e rave

Ieri altri 5.456 casi, con 30 ricoveri in terapia intensiva. Tra i dottori primi casi di contagio in corsia e in famiglia

Medici in corsia contro il Covid (La Presse)
Medici in corsia contro il Covid (La Presse)

Torna l'ansia quotidiana da bollettino. Quanti contagi ci saranno oggi? Ci sarà un nuovo lockdown? Con un occhio ai numeri del ministero della Salute e un altro alla politica che, in base a quei dati, decide quale pezzetto della nostra libertà sacrificare ogni volta per frenare la corsa del Covid. Passata la tregua estiva ci troviamo di nuovo nella fase in cui aspettiamo di sapere di quanto è salita ancora la curva epidemiologica, aspettando un'inversione di tendenza che ormai potrà arrivare soltanto quando si cominceranno a vedere gli effetti dell'ulteriore stretta in arrivo.

Ieri sono stati registrati 5.456 nuovi casi. Un numero leggermente inferiore a quello del giorno prima, ma perché sono stati eseguiti 28.426 tamponi in meno, come accade sempre nel fine settimana. I ricoverati con sintomi sono saliti a 4.519 (183 in più in 24 ore) e purtroppo aumentano anche quelli in terapia intensiva: nelle ultime 24 ore si è arrivati a 420, con un incremento di 30 rispetto a sabato. È il dato che viene monitorato con più attenzione. Per il momento non è paragonabile con i numeri di fine marzo, quando gli ospedali non riuscivano a sostenere gli arrivi dei pazienti più gravi, ma il sistema sanitario non può permettersi di finire nuovamente in affanno. Tanto più ora che comincia a riproporsi il problema della diffusione dei contagi tra i medici. Sicuramente non ci sarà una nuova Caporetto nella categoria, come nei mesi più duri della prima emergenza perché gli operatori sanitari conoscono meglio il nemico da combattere e sanno come difendersi, ma i casi non mancano, anche legati alle infezioni intrafamiliari, che adesso sono quelle che preoccupano di più. Dopo la vicenda della festa privata in corsia, senza mascherine, nell'ospedale pediatrico Giovanni XVIII di Bari, per la quale 12 medici e 8 infermieri rischiano un procedimento disciplinare, la Regione Puglia è corsa ai ripari inviando agli operatori sanitari delle linee guida che vietano festeggiamenti vari, in luoghi improvvisati e al di fuori di ogni protocollo di sicurezza, mentre indossano il camice. È al sud, comunque, per lo più risparmiato dalla prima ondata, che si stanno registrando diversi contagi in ospedale: 17 nella clinica Mater Dei di Bari, 4 al Policlinico Riuniti di Foggia, 3 al Moscati di Avellino, 2 all'ospedale di Carbonia, in Sardegna. Ora la geografia del virus è cambiata, è diffuso su tutto il territorio. Il rialzo dei casi interessa il sud come il nord. La Lombardia ha scansato la Campania dal vertice delle regioni con il maggior incremento. Nelle ultime 24 ore si sono registrate 1.032 nuove infezioni, la maggior parte concentrate nel milanese (460) e a Milano città (211). Lieve calo in Campania (633), seguita da Toscana (517) e Veneto (438). I decessi sono stati 26. Cresce il numero dei focolai da monitorare. Il virologo Fabrizio Pregliasco ha detto che sono diffusi in 104 province. Dopo l'ultimo, con 13 positivi, legato ad un matrimonio con 200 invitati a Monte di Procida (Napoli), nel comune dei Campi Flegrei è scattato un mini lockdown, con la chiusura di scuole, parchi pubblici e il divieto di fare sport. A Ladispoli, invece, sul litorale di Roma, una sessantina di persone tra bambini e adulti è finita in quarantena dopo due feste di compleanno organizzate, scrive il Messaggero, dalla mamma di un bimbo di 8 anni nonostante avesse tosse e febbre.

Mentre il governo valuta strette alla movida e le discoteche rimangono chiuse, i giovani trovano altre strade per divertirsi rischiando di fare impennare i contagi. Sabato a Settimo Torinese, nell'hinterland del capoluogo piemontese, è stato scoperto un rave party con 300 persone in una fabbrica abbandonata. Un altro, sempre con centinaia di giovani, è stato sventato nel novarese.

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