La rivelazione della Meloni: "Con Draghi buon rapporto..."

La leader di Fratelli d'Italia chiarisce: "Con Salvini rivalità costruita da altri". E sullo spettro del fascismo: "Arma surreale della sinistra a scopo elettorale prima di ogni voto"

La rivelazione della Meloni: "Con Draghi buon rapporto..."

I rapporti con Mario Draghi, con l'alleato Matteo Salvini, le ambizioni di guidare il Paese e l'accusa di non aver rotto i ponti con il mondo fascista. Sono alcune delle tematiche contenute nel libro di Bruno Vespa "Perché Mussolini rovinò l'Italia (e come Draghi la sta risanando)", in uscita il 4 novembre per Mondadori Rai libri. Il giornalista ha raccolto alcuni aneddoti e pensieri personali di Giorgia Meloni, che ha svelato quanto accaduto in occasione della nascita del governo Draghi. Puntando sempre gli occhi verso le prossime elezioni nazionali.

I rapporti Meloni-Draghi

La leader di Fratelli d'Italia ha fatto sapere che con il presidente del Consiglio ha un rapporto "buono e cordiale". Prima delle consultazioni non lo aveva mai incontrato informalmente e dunque nei primi colloqui per la formazione del governo FdI - che ha preferito restare all'opposizione - ha comunque messo sul tavolo sei dossier, suggerendo discontinuità rispetto all'era Giuseppe Conte sulla gestione commissariale di Domenico Arcuri. E i risultati non sono tardati ad arrivare: "Quando ci siamo visti mi ha detto: 'l'ho letto'. Pochi giorni dopo Arcuri è stato sostituito".

La Meloni ha rivendicato pure lo stop al cashback, per cui si è da sempre spesa al fine di destinare le risorse economiche ai settori maggiormente colpiti dalla pandemia. "Ha trovato la nostra proposta interessante e l'ha attuata", ha fatto notare la presidente di Fratelli d'Italia.

Quanto alla nascita del governo Mario Draghi, la leader di FdI ha riferito di non aver ricevuto alcuna pressione dal mondo politico perché il gruppo è stato compatto fin dall'inizio: "Nessuno dei miei voleva entrare. Rifiuto unanime. Zero obiezioni". Cosa ben diversa in occasione della formazione dell'esecutivo gialloverde tra Movimento 5 Stelle e Lega: in quel caso "ci fu un grande dibattito al nostro interno", anche perché si trattava "di un governo antisistema".

L'asse con Salvini

Lo sguardo della Meloni è ovviamente posto verso le elezioni politiche: il suo partito si è reso protagonista di un'ottima crescita negli ultimi anni e ora, stando a molti sondaggi, è la prima forza politica del Paese. Ecco perché già da ora si inizia a porre il tema della classe dirigente chiamata a guidare un possibile futuro governo. La numero uno di FdI ha anticipato che per il Consiglio dei ministri, qualora il centrodestra dovesse vincere le elezioni, ha in mente figure esterne a Fratelli d'Italia ma comunque compatibili con i propri valori: "Persone della società civile con cui intrattengo rapporti che hanno grande competenza e il coraggio che serve".

Un altro snodo cruciale riguarda i rapporti con Matteo Salvini, con cui in più occasioni si sono riscontrate difficoltà di comprensione. Addirittura alcune volte sono arrivati a non parlarsi per settimane, ma la Meloni ha sottolineato che "molta rivalità è stata costruita dagli altri". E questo è testimoniato dall'atteggiamento di chi prova a improvvisarsi osservatore esterno: "Quando noi eravamo un piccolo partito, arrivava gente che mi diceva: 'Salvini ti distruggerà'. Adesso a lui dicono il contrario".

L'arma del fascismo

Impossibile non notare come il centrodestra in occasione delle ultime elezioni amministrative sia finito pesantemente sotto accusa. Prima l'inchiesta su Luca Morisi, poi il servizio di Fanpage. A irritare maggiormente la Meloni sono gli accostamenti al mondo estremista: a suo giudizio lo spettro del ritorno del fascismo "è un'arma politica surreale utilizzata contro l'avversario politico, a seconda delle circostanze, da Berlusconi in poi".

Effettivamente "l'onda nera" si presenta puntuale alla vigilia di ogni consultazione. Il risultato non è gradevole: mentre nei dibattiti televisivi agli altri "si chiede come pensano di abbassare le tasse", agli esponenti di Fratelli d'Italia si chiede conto "di quel che è avvenuto 80 anni fa".

In molti dimenticano che la Meloni in diverse occasioni si è espressa in merito, prendendo le distanze dal mondo fascista. Eppure la sinistra fa difficoltà a riconoscerlo, evocando il timore fascista prima delle elezioni "per calcolo elettorale".

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