Stretta finale. La manovra continua il suo cammino e la maggioranza persegue l'obiettivo dell'approdo già mercoledì in aula con approvazione entro il 31 dicembre. E mentre all'orizzonte si profila una schiarita politica nei rapporti tra maggioranza e opposizione grazia all'approvazione di un emendamento bipartisan a favore del Sud, si profila ormai il superamento del nodo dell'obbligo del Pos dai 60 euro in su, misura fortemente osteggiata dall'Unione Europea. Si va infatti verso il possibile stralcio della misura o una riduzione della soglia dell'obbligatorietà che potrebbe essere fissata a 30 euro.
«L'obbligo del Pos è un obiettivo del Pnrr e quindi lo stiamo trattando con la Commissione. Se non ci sono i margini ci inventeremo un altro modo per non fare pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti» dice Giorgia Meloni lasciando Palazzo Madama dopo il concerto di Natale. E il senatore Udc Antonio De Poli aggiunge che «va individuata una soluzione ragionevole sulla questione del Pos. L'obiettivo di tutta la maggioranza è evitare un aumento dei costi per i piccoli commercianti».
La presidente del Consiglio si sofferma poi su un giudizio complessivo sulla legge di bilancio. «La manovra non ha mai una approvazione facile: stiamo facendo tutti il nostro lavoro, però penso che abbiamo fatto del nostro meglio, nelle condizioni e nei tempi che avevano, per dare al parlamento la possibilità di avere i tempi di valutarla. Ricordo che il governo che non nasceva nei mesi di ottobre ma a febbraio presentò la Manovra il 20 novembre. Noi siamo stati molto disponibili anche a valutare nel merito le singole proposte che arrivavano. E se ne arrivano di buone nessun problema ad approfondirle. Se invece l'approccio è pregiudiziale il governo deve fare il governo e l'opposizione l'opposizione».
L'emendamento che sembra riaccendere la fiammella del dialogo riguarda la proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2023, di Investimenti Sud, il credito d'imposta sugli investimenti nelle regioni del Mezzogiorno ed è firmato da Tommaso Foti (FdI), Debora Serracchiani (Pd), Riccardo Molinari (Lega), Francesco Silvestri (M5s), Alessandro Cattaneo (Fi), Matteo Richetti (Iv-Azione), Luana Zanella (Avs), Maurizio Lupi (Noi moderati) e Manfred Schullian (Svp, del Misto). Un via libera da parte di tutti e 9 i presidenti dei gruppi parlamentari che secondo Roberto Pella, relatore della legge di Bilancio in commissione Bilancio alla Camera, suggella «l'intesa tra maggioranza e opposizione» in commissione. L'emendamento che riguarda gli investimenti al Sud «è un primo punto e un primo segnale di accordo in Parlamento sulla manovra».
Un emendamento che Forza Italia rivendica con forza con Roberto Pella e i rappresentanti azzurri in Commissione Bilancio. «Abbiamo lavorato in prima linea per un grande risultato: un emendamento bipartisan che proroga le agevolazioni per le imprese che investono nel Mezzogiorno e nelle zone economiche speciali. Il nostro partito si è fatto portatore delle legittime istanze delle imprese che, con grande difficoltà ma con tanto impegno operano nel Sud. Abbiamo insistito per garantire continuità ad agevolazioni di importanza strategica, quali il credito di imposta per l'acquisto di beni strumentali nuovi, che riguardano Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, regioni governate per la metà dai nostri governatori Bardi, Occhiuto, Schifani e Toma.
Forza Italia ha poi lavorato a un ulteriore intervento mirato al supporto del servizio sanitario nazionale. Un importante lavoro che ha per bussola esclusivamente il bene comune, portato avanti assieme ai colleghi Francesco Cannizzaro e Mauro D'Attis, di concerto con Alessandro Cattaneo».
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