A letto. Al buio «per due giorni». Alle prese con vertigini, nausea e capogiri appena muoveva la testa, tutta colpa della sindrome otolitica, spiegano da Palazzo Chigi, cioè dei «sassetti» che vagano all'interno del timpano e che influiscono sull'equilibrio, impedendo qualunque attività. Però insomma Giorgia sta già meglio. Un otorino l'ha visitata a casa, ha stilato la diagnosi corretta, ha eseguito la manovra, ha sbloccato gli otoliti. La Meloni, raccontano, adesso «è con il collare ed è riuscita ad alzarsi e a parlare al telefono». Ma di incontrare i giornalisti no, non se ne parla proprio: la conferenza stampa di fine anno è stata fissata per giovedì 4 gennaio.
Cioè, nel 2024, a Finanziaria approvata. Tanto basta per alzare un bel po' di polemica sulla malattia della premier. In queste ore a sinistra si è diffusa la voce che «Giorgia sta scappando dalle domande». Una premier in difficoltà, che quando può evita i punti stampa e preferisce comunicare attraverso videomessaggi o post sui social network e che non avrebbe alcuna intenzione di sottoporsi al rituale fuoco di fila di due ore. «Ha la conferenzite». Troppi gli argomenti bollenti e ritardare di due settimane la prova servirebbe a far decantare le tensioni. Dai conti pubblici alla saldezza della maggioranza, dal no al Mes agli effetti a lungo termine del si al Patto di stabilità, passando per l'immigrazione, il fisco, il Superbonus che Forza Italia vuole prolungare, le intercettazioni.
E su questo punto si innesta pure la protesta della Fnsi, in rivolta contro l'emendamento presentato da Enrico Costa, Azione, per proibire la pubblicazione non delle notizie delle custodie cautelari ma i verbali dettagliati. «Una legge bavaglio», secondo il sindacato dei giornalisti. «Peccato che Costa non faccia parte della maggioranza», replicano a Palazzo Chigi. «La Fnsi sbaglia palazzo e protesta imbavagliata sotto Palazzo Chigi per l'approvazione di un emendamento dell'opposizione, approvato alla Camera», sottolinea Giovanbattista Fazzolari (Fdi) sottosegretario per l'Attuazione del programma di Governo. Quindi si deduce che non può essere questo il motivo del doppio rinvio della conferenza stampa. Anche perché poi l'incontro con la stampa si terrà.
Così, mentre si analizzano gli spostamenti aerei e le comparse tv di Giorgia nei giorni a cavallo di Natale, alla presidenza del Consiglio cercano di spazzare via i dubbi riallineando i fatti. La Meloni ha cominciato a stare male il 20 e ha dovuto cancellare la conferenza stampa e la cerimonia al Quirinale dello scambio di auguri tra Mattarella e le alte cariche dello Stato. «Si pensava ad un'influenza», raccontano i suoi collaboratori, infatti nei giorni successivi ha potuto girare un video e persino volare a Milano dai suoceri. Poi è peggiorata. Si ipotizzava una ricaduta. Due giorni di nausea e vertigini che la bloccavano a letto, una possibile labirintite.
Mercoledì la visita domiciliare dell'otorino ha fatto chiarezza. La manovra posturale del medico ha rimesso a posto gli otoliti che erano rimasti nell'ampolla provocando capogiri. Ora sembra passata, «ma servono due giorni di riposo con il collare per precauzione».
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