Mentana: "Vi dico perché Salvini non è fascista"

Mentana analizza la situazione politica a poche settimane dal voto: "Non c'è pericolo fascismo. Ma c'è una deriva giustizialista"

Mentana: "Vi dico perché Salvini non è fascista"

"Non è vero che Salvini è fascista". Parola di Enrico Mentana che - in un'intervista a Libero - spegne gli allarmismi della sinistra sul presunto ritorno del fascimo.

"È evidente che in questo momento la democrazia ha un minore appeal rispetto a un tempo", dice il direttore del TgLa7, "Noi figli del Novecento sappiamo che la democrazia è dialogo e mediazione, non come oggi dove sembra ridotta al fatto che chi vince governa e chi perde rosica. Però il fascismo è morto e non tornerà e non è vero che Salvini è fascista". Ma per il giornalista al leader della non dispiace del tutto passare per fascista: "Ammicca anche a quell'elettorato", spiega.

Piuttosto che un "pericolo fascismo", Mentana ravvisa "un'involuzione delle garanzie democratiche" e "una deriva giustizialista". Temi per i quali i 5 Stelle non solo hanno rincorso la sinistra, ma l'hanno pure "superata": "M5S e Lega hanno occupato tutti gli spazi possibili del dibattito, lasciando il Pd e Forza Italia, ovverosia l'opposizione, senza munizioni", sostiene il giornalista, "Su famiglia, opere pubbliche, sicurezza, tasse, gli azzurri non riescono a smarcarsi da Salvini, come i democratici ormai inseguono i grillini su giustizia, temi etici e sostegno ai poveri".

Per quanto riguarda i sondaggi che danno la Lega in crescita e i 5 Stelle in calo, il direttore del TgLa7 sottolinea: "Salvini aveva la possibilità teorica di prendersi tutto il centrodestra, e più o meno lo sta facendo. M5S era una forza di protesta, ma la protesta o è soddisfatta o è delusa, e in entrambi i casi non paga alla lunga, perché l' opinione pubblica non si sazia mai, altrimenti Renzi governerebbe ancora grazie agli 80 euro.

E poi la Lega è un partito strutturato, con un leader e una classe dirigente nuova ma alla seconda generazione, Cinquestelle è un neonato. Ha fatto un miracolo a prendere il 50% l'anno scorso al Sud, terra tradizionalmente di voto di scambio, senza aver nulla da offrire. Ora gli si presenta il conto".

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