La stessa mano assassina. Ha le ore contate il serial killer che giovedì mattina a Roma ha ucciso tre prostitute a poca distanza l'una dalle altre. Un uomo di mezza età, dalla personalità borderline, con problemi sessuali. Probabilmente impotente. A 24 ore dalla scoperta delle due asiatiche accoltellate al 28 di via Augusto Riboty e della escort 65enne colombiana massacrata con la stessa lama, uno stiletto, nella vicina via Durazzo, gli inquirenti tracciano il profilo psicologico dell'assassino.
Sulle prime la Procura ha aperto due fascicoli per omicidio volontario, ma a breve i due procedimenti verranno riuniti. Pochi dubbi sull'autore dei tre delitti, una persona che ha agito d'impeto, lasciando dietro sé tracce a non finire. Dalle impronte digitali al profilo genetico, il Dna, che sarà comparato con quello dei primi sospetti. Mentre gli elementi raccolti dalla scientifica, in laboratorio per le analisi, racconterebbero di un solo killer in entrambi i casi, la Procura dispone l'esame autoptico per le tre vittime. Due ancora senza nome, una quarantenne e una trentenne dai tratti somatici asiatici, l'altra ben identificata. Martha Castano Torres, «Yessenia» nelle chat utilizzate per concordare incontri e appuntamenti. Al vaglio della polizia, oltre al traffico telefonico delle tre nelle ore precedenti gli omicidi, la stessa rete usata dalle escort e le immagini delle telecamere piazzate ovunque nel quartiere. Non è chiaro se quella installata all'entrata della palazzina di via Riboty registrasse o venisse utilizzata solo come videocitofono. Certo è che il primo omicidio è quello della Castano Torres, avvenuto nella prima mattina di giovedì.
La sorella, transgender, che ha scoperto il cadavere e dato l'allarme, avrebbe confermato di averla vista la sera prima e che aveva un appuntamento alle 8,30 del giorno dopo con un cliente. Fino a quell'ora, insomma, Martha era viva come confermerebbe anche l'analisi del cellulare e delle chat attive fino alla mattina. Un appuntamento con la morte: sicuro conosceva il suo assassino, probabilmente un cliente abituale, tanto da aprirgli la porta. Durante il rapporto sessuale l'uomo perde la testa, magari in preda a una crisi, e la uccide colpendola più volte al petto e al torace. La poveretta prova a fuggire, visto che è stata trovata riversa a terra, in camera da letto. A scatenare la furia omicida, forse, l'imbarazzo per una prestazione sessuale non riuscita. Il tempo per lasciare il seminterrato che da anni era la residenza della sudamericana, e l'assassino si incammina verso un'altra casa di appuntamenti sempre a Prati. Sono al massimo le 10 quando entra al 28 di via Riboty, sale le scale fino al primo piano e suona alla porta delle cinesi. Più persone sono passate sul pianerottolo dalla mattina presto per recarsi al lavoro. Un avvocato, poi, sta facendo un trasloco e il custode dello stabile lo aiuta a portare scatoloni. Alle 10,40 è già successo tutto. Una condomina dal piano terra sale per andare a stendere il bucato: la scena che le si presenta davanti è terribile. Una giovane, completamente nuda, in un lago di sangue. Secondo gli investigatori, l'omicida accoltella la prima cinese durante il rapporto sessuale.
L'altra le viene in aiuto prendendolo per le spalle, l'uomo si gira e la uccide infilando la lama più volte allo stomaco. La prima, liberata dall'amica, sanguinante, fugge dal bilocale. L'assassino la insegue e la finisce fuori dall'appartamento. Paradossalmente nessuno sente le urla.
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