Che la misura fosse colma lo si era capito già ieri sera quando da Palazzo Chigi avevano fatto trapelare l'indisponibilità di Giuseppe Conte a incontrare Emmanuel Macron al bilaterale di Parigi. Le parole usate dai vertici francesi contro il governo italiano, dopo la decisione di Matteo Salvini di chiudere i porti italiani alla nave Aquarius con 629 immigrati a bordo, sono state troppo violente per passare sotto traccia. E così oggi il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha annullato il viaggio a Parigi previsto per oggi. E anche il premier, che aveva annunciato di fare altrettanto se non fossero arrivate le scuse ufficiali prima di venerdì, sta pensando di mantenere la promessa e rinviare il vertice bilaterale a Parigi. Perché da Macron quelle scuse probabilmente non arriveranno mai. Anzi, il presidente francese ha rincarato la dose:"Non posso dare ragione a chi caccia una barca dalle coste".
La crisi diplomatica che è venuta a crearsi ieri pomeriggio non ha precedenti. Entrando a gamba tesa sul governo Conte, Macron ha denunciato "il cinismo e l'irresponsabilità del governo italiano", parlando di "inaccettabile strumentalizzazione politica". Dichiarazioni giunte dopo che in mattinata Gabriel Attal, portavoce del suo partito, aveva detto che "la linea del governo italiano fa vomitare". E dopo che il premier francese, Edouard Philippe, aveva denunciato che da parte dell'Italia c'è il "non rispetto" dei suoi "obblighi", cioè che lo Stato più vicino a un'imbarcazione in difficoltà deve prestarle soccorso. Insulti che Palazzo Chigi non ha alcuna intenzione a far passare sotto traccia. Tanto che Conte aveva subordinato la partecipazione al bilaterale con Macron, previsto per venerdì prossimo, a "un atto ufficiale" di scuse da parte del governo francese. Anziché distendere i toni, però, l'Eliseo ribatte dicendo di non aver "ricevuto alcuna richiesta ufficiale di scuse da parte dell'Italia".
Tria ha già preso una posizione netta cancellando il viaggio a Parigi in programma per oggi, dove avrebbe dovuto incontrare l'omologo francese Bruno La Maire. I due ministri si sono, comunque, sentiti al telefono concordando di "vedersi nei prossimi giorni". La mossa del titolare dell'Economia si è resa necessaria dopo i continui strappi dell'Eliseo, non da ultimo quello di mandare l'Incaricata d'Affari Claire Anne Raulin alla Farnesina al posto dell'ambasciatore Christian Masset facendo così carta straccia della note del Quai d'Orsy che rilanciava "dialogo e cooperazione" e riconosceva "il peso e gli sforzi" dell'Italia per gestire l'emergenza immigrazione. Alla Raulin, ad ogni modo, il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha detto senza troppi giri di parole che "le relazioni tra i due Paesi sono state compromesse" e che ora dalla Francia co si aspettano "azioni idonee per sanare la situazione".
Di fare "azioni idonee", però, all'Eliseo non ne hanno alcuna intenzione. Anzi, potendo, gettano pure benzina sul fuoco.
A partire da Macron che accusa Salvini di "cercare la provocazione cacciando le navi in mare" e si vanta addirittura di "lavorare mano nella mano" con Roma per gestire i flussi migratori. Quindi, invita l'Italia a non "cedere alle emozioni". Una tracotanza che non fa altro che peggiorare rapporti ormai allo sfascio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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