Migranti, Johnson duro: "Respingere i gommoni". È scontro con Macron

Londra ci pensa: "Solo senza correre rischi". La strategia del ministro Patel (in bilico)

Migranti, Johnson duro: "Respingere i gommoni". È scontro con Macron

Londra. Il governo Johnson sta valutando di respingere gommoni e canotti che vengono usati dai trafficanti di esseri umani per far attraversare il canale della Manica ai disperati che, dalle coste francesi, voglio giungere nel Regno Unito. Il piano del ministero dell'Interno sarebbe in una fase avanzata e dovrebbe essere attivato entro la fine del mese, con la polizia di frontiera inglese che sta già sostenendo specifici corsi di formazione per valutare in quali circostanze e secondo quali modalità attivare questa opzione. Il respingimento dei natanti, infatti, sarebbe previsto solamente nei casi in cui la vita delle persone a bordo, e della polizia stessa, non fosse a rischio: «In casi molto limitati, a discrezione della polizia di frontiera», ha commentato un portavoce del ministero degli Interni.

L'iniziativa inglese è stata criticata dalla Francia che si troverebbe ad affrontare un indesiderato flusso di rientro di persone, da nutrire e gestire. In una lettera del ministro degli Interni Darmanin indirizzata alla controparte inglese, Parigi ha esplicitato la sua netta opposizione ai respingimenti: «La salvaguardia delle vite umane in mare ha la priorità su considerazioni di nazionalità, status e politiche migratorie, nel rispetto della legge marittima internazionale». Ma è proprio sulla preventiva valutazione del rischio corso dalle persone da respingere che Londra fonderebbe la politica dei respingimenti: secondo il parere legale dell'avvocatura di Stato consegnata al governo inglese, nei casi di respingimenti sicuri non sarebbe violata alcuna norma internazionale. Non sono al momento noti i dettagli pratici con cui Londra intende applicare questa nuova politica. Sono molti gli esperti di immigrazione e di diritti umani che ritengono che la finestra legale utilizzabile per giustificare questi interventi sia molto stretta e che i casi effettivi di immigrati rimandati indietro in Francia saranno molto pochi. L'iniziativa inglese, voluta fortemente dalla ministra degli Interni, Priti Patel, appare quindi più una trovata per aumentare i consensi interni e rispondere alle critiche di inadeguatezza che non un'effettiva soluzione a un problema politico fortemente sentito nel Paese. Voci di un rimpasto politico sono sempre più insistenti e la posizione di Patel è tra quelle più traballanti: il governo conservatore ha posto ai primi posti della propria agenda la fine degli attraversamenti illegali della Manica, ma Patel non è riuscita finora a consegnare a Johnson alcun successo.

Secondo dati governativi finora sono stati circa 13.500 le persone che hanno attraversato la Manica quest'anno, contro circa le 8.420 dell'intero 2020. Solo nell'ultima settima si sono contati oltre 1.250 sbarchi, 300 solo mercoledì, quando le autorità francesi hanno pure intercettato 628 persone pronte per tentare la traversata. Numeri significativi, che il governo ha promesso di contrastare senza tuttavia esserci finora riuscito. Tra gli sforzi finora messi in campo da Londra, ci sono anche consistenti aiuti economici a Parigi per pattugliare le proprie coste: 54.2 milioni di sterline che Patel ha ora minacciato di congelare per indurre i francesi ad aumentare i propri sforzi.

Una presa di posizione che ha esacerbato ancora di più i rapporti fra i due Paesi, con Parigi che ha rifiutato la proposta di Londra di creare una forza comune per coordinare i controlli sul traffico di esseri umani a cavallo del canale.

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