Milano, il killer di Affori è un "mostro seriale". Interrogato un sospetto

All'assassino con accento slavo attribuiti pure una rapina e uno stupro. Bloccato magrebino

Milano, il killer di Affori è un "mostro seriale". Interrogato un sospetto

Milano - Lo hanno catturato gli investigatori della squadra mobile ieri intorno alle 11, in via Filippo Abbiati, zona San Siro, dopo che aveva tentato di rapinare una pensionata 83enne minacciandola con un coltello e poi era fuggito. Una mano sulla bocca, il coltello puntato alle spalle e un forte accento straniero. Stessa tecnica, dinamica e maldestra irruenza dell'uomo dell'Est Europa ricercato per un'aggressione e una violenza sessuale commesse tra il 13 e il 15 novembre tra i quartieri Niguarda e Affori. Un criminale straniero «seriale» che potrebbe essere responsabile - e mai come ora il condizionale è d'obbligo - anche dell'aggressione e dell'omicidio di Milena Negri, 67 anni, la vedova uccisa durante una rapina giovedì alle 7.30, al Parco di Villa Litta, nel quartiere di Affori mentre, come ogni mattina, portava il cane a spasso.

L'uomo bloccato ieri, però, è nordafricano. Che con ogni probabilità verrà incriminato stamane, ma solo per la rapina. «Torchiato» per tutto il pomeriggio e la sera di ieri in questura, lo straniero non sembra essere (almeno per ora) il «mostro». «La verità - ha spiegato ieri il dirigente della squadra mobile, Lorenzo Bucossi - è che non possiamo ancora escludere nulla». Una telecamera del Comune ha ripreso l'assassino, ma solo di spalle. È pur vero però che gli investigatori possono analizzare a fondo molti dettagli perché questi occhi elettronici fanno parte della rete di «gioielli» ad altissima definizione installati da Palazzo Marino nel periodo di Expo. E quindi molti dettagli dell'omicida vengono isolati per confrontarli con eventuali sospetti.

L'uomo «con il forte accento dell'Est Europa» è sicuramente responsabile dell'assalto di una mamma 33enne intenta a spingere la carrozzina nella quale c'era la sua bimba di appena un mese. E alla quale il balordo ha rapinato alcune banconote e lo smartphone, sempre sotto la minaccia di un coltello. Il colpo è stato messo a segno martedì, 15 novembre, sempre in pieno giorno (le 13.30) all'angolo tra viale Fermi e via da Seregno, ancora in zona Affori.

La pista del «seriale» in un primo tempo ieri è sembrata privilegiata per la polizia. La vittima della rapina del 15 novembre è stata sentita nel primo pomeriggio dal pm Donata Costa, responsabile delle indagini sull'omicidio di Villa Litta. Dall'interrogatorio non sarebbero emersi però riscontri validi per fermare il nordafricano: la 33enne non ha visto in volto il suo aggressore, ma si dice certa del suo accento slavo. Sempre di uno slavo parla anche la 21enne peruviana violentata intorno alle 19.30 di lunedì nella grande area verde vicino all'ospedale Niguarda, poco distante da Affori.

L'uomo che ha ucciso Milena Negri, intanto, viene ricercato tra gli stabili dismessi di Cormano e Bruzzano, al confine con il Parco Nord, dove potrebbe nascondersi. A detta degli investigatori l'omicidio potrebbe essere legato a una catenina che la vedova portava sempre al collo, stando a quanto riferito dai familiari, e che non è stata per ora trovata nella sua abitazione dove invece c'era il suo cellulare.

L'autopsia ha stabilito che la morte è stata provocata da una lesione della giugulare interna, causata da quella che gli inquirenti chiamano «arma da taglio»: il sangue fuoriuscito ha provocato un'emorragia interna che, tra l'altro, le ha occluso la trachea, soffocandola. Nessun Dna, infine, sotto le unghie: la vittima portava i guanti.

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