La mozione della Lega sui taser a Milano è passata contro qualche pronostico, spaccando di fatto il Partito Democratico, che sul punto presenta punti di vista molto differenti tra loro, come quello di chi continua a considerare uno storditore come uno "strumento di tortura".
Comunque sia, oggi esulta il consigliere comunale leghista Silvia Sardone, che è la prima firmataria della proposta che interessa l'amministrazione meneghina. E questo nonostante la "pistola elettrica" continui a trovare perplessità tra una parte della maggioranza milanese.
"Ora - ha scritto la Sardone via Facebook - spetterà alla giunta valutare le modalità di avvio della sperimentazione e la successiva modifica del regolamento della polizia locale. Nel maggio 2019 la stessa maggioranza Sala - ha fatto presente - aveva bocciato l’introduzione del taser. Oggi si sono spaccati sulla nostra proposta che è passata grazie ai voti dell’opposizione". Il sindaco di Milano aveva insomma manifestato contrarietà, con la maggioranza che lo reggeva ai tempi, ma il partito guidato da Enrico Letta non ha in questo caso sostenuto la posizione espressa dal primo cittadino in maniera compatta. E la Lega di Matteo Salvini, con la Sardone in primis, non può che prenderne atto.
"La sinistra ha finalmente cambiato idea, meglio tardi che mai. Vigileremo sull’avvio della sperimentazione di questo utile strumento per la sicurezza dei cittadini", ha continuato il consigliere comunale leghista e parlamentare europeo che ha aderito al gruppo d'Identità e Democrazia nell'assise di Strasburgo e Bruxelles.
Nel frattempo, la formazione politica che ha sede al Nazareno risulta essere diviso più o meno a metà sull'argomento taser. Beppe Sala, ora come ora, non può più mantenere la parola data durante il mancato scorso e sarà in qualche modo "costretto" a partire con la sperimentazione. Il tema che viene sollevato dall'opposizione leghista, dopo l'approvazione della mozione, riguarda pure il monitoraggio della sperimentazione.
Del resto, il consigliere comunale Natascia Tosoni si è affettata ad affermare quanto segue: "Sull’avvio della sperimentazione del taser nella Polizia locale (introdotto dal decreto “insicurezza’’ Salvini), purtroppo un passo indietro rispetto all’ordine del giorno del 2019 che su iniziativa mia e dei consiglieri Pirovano e Gentili diceva il contrario". E ancora: "Ho votato contro perché penso che non incrementiamo la sicurezza in questo modo e continuo a pensare che il taser sia uno strumento di tortura". Insomma, certe considerazioni ideologiche restano sempre uguali a loro stesse (come ai tempi in cui i giallorossi provarono a stoppare Salvini sul taser) e non è escludibile che il Pd tenti, in qualche modo, di mettere i bastoni tra le ruote all'iniziativa. Per quanto l'atto votato in Consiglio comunale nella città meneghina parli chiaro.
Anche gli episodi di cronaca che hanno interessato Milano in queste ultime settimane, per la Sardone, costituiscono la prova provata di quanto questa sperimentazione sia essenziale: "Vigileremo sull’avvio della sperimentazione di questo strumento che si è già rivelato utilissimo, nelle mani
della Polizia di Stato, per prevenire e contrastare i reati. Il decreto Salvini sarà applicato anche a Milano. Decisivo anche l’impegno del sottosegretario all’Interno Nicola Molteni", ha sottolineato la leghista.
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