Se ne infischiano del boom di contagi, degli ospedali senza più posti letto, del rischio di finire in zona gialla e soprattutto dei divieti. I No pass di Trieste sabato tornano in piazza. E anche i «colleghi» di Milano lo stesso giorno hanno annunciato la quindicesima manifestazione. Inutile vietarla, avvertono, perché si farà lo stesso. Con o senza via libera: «Noi non chiediamo autorizzazioni, ma comunichiamo un percorso», spiegano gli organizzatori.
La battaglia contro il certificato verde si fa sempre più aspra. Gli ultrà della protesta non mollano, anzi alzano il tiro. Hanno intenzione di andare avanti ad oltranza finché non verrà cancellato l'obbligo del pass per lavorare. A Trieste l'appuntamento non sarà più a piazza dell'Unità d'Italia, dove le manifestazioni sono state vietate dal prefetto fino al 31 dicembre in seguito all'innalzamento dei casi dovuto ai recenti cortei dei No pass, ma a piazza Libertà, in zona stazione centrale. Con distanziamento e mascherine, pena severe sanzioni. Ma i manifestanti non badano ai nuovi paletti stabiliti per arginare le infezioni, né si sentono responsabili dei focolai che hanno fatto schizzare i contagi settimanali nella provincia giuliana a 376 ogni 100mila abitanti facendole conquistare il primo posto in Italia per incidenza di casi. L'appello per tornare a protestare corre come al solito sulle chat di Telegram, in cui viene precisato che sarà un corteo regionale. «Stanno provando di nuovo a delegittimarci: accusano i nostri cortei, all'aria aperta, di essere all'origine del focolai. Additare le nostre manifestazioni come responsabili di una colpa che ad altri eventi cittadini non viene attribuita ci pare l'ennesima sponda sanitaria alla repressione del dissenso», scrivono. È stato Stefano Puzzer, il portuale a capo della protesta - appena tornato a Trieste da Roma dopo essere stato denunciato per manifestazione non autorizzata e aver ricevuto il foglio di via per un anno - a rilanciare il corteo di sabato indetto dal Coordinamento No green pass. E poiché considera il certificato verde «illegale», Puzzer ha chiesto all'Agenzia per il Lavoro Portuale - dove tra dipendenti in malattia e senza green pass ne mancano 74 su 218 - di riconoscergli ugualmente lo stipendio in quanto la prestazione è considerata offerta, ma rifiutata per cause non dipendenti dal lavoratore. Nessun passo indietro, insomma. Tutti di nuovo in piazza. Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dice di non voler «ridurre il fenomeno» delle proteste, ma pretende che tutto avvenga «in massima sicurezza».
Determinati a non fermarsi anche i No pass di Milano. Dopo la raccolta di firme di Confcommercio contro i cortei senza regole che ogni fine settimana fanno perdere gran parte dell'incasso ai negozianti, sfidano l'associazione lanciando una contro-petizione su change.org per mobilitare «i milanesi favorevoli alle proteste di piazza. «Uniti contro la dittatura», scrivono. «Anche noi pensiamo al Natale - si legge nella pagina - ma lo facciamo nel pieno dei valori che esso rappresenta. Chi ancora parla di Covid non ha capito che questa non è affatto una lotta sanitaria, ma una lotta per i diritti umani». L'evento potrebbe coinvolgere «diverse decine di migliaia» di persone, avvertono.
Alla questura è stato dato il preavviso di manifestazione e comunicato il percorso, con partenza alle 17 da piazza Fontana. «Credevamo fosse ormai chiaro, dopo 15 sabati consecutivi, che il corteo milanese continuerà ogni settimana fino all'abolizione del green pass. Ci sarà anche se verrà esplicitamente vietato».
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