Molise, presidente indagato. "Sempre rispettato le leggi"

Ipotesi corruzione per Roberti (Fi) su un traffico di rifiuti. I legali: "I fatti non riguardano il suo ruolo"

Molise, presidente indagato. "Sempre rispettato le leggi"
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Non c'è due senza tre. E così, dopo l'inchiesta giudiziaria che a maggio dello scorso anno ha investito l'ex governatore ligure Giovanni Toti, poi costretto alle dimissioni, e a tre mesi di distanza dal rinvio a giudizio del presidente della Giunta regionale lucana, l'azzurro Vito Bardi, ora tocca al terzo governatore di centrodestra, il presidente del Molise, Francesco Roberti (nella foto), ritrovarsi indagato. Nel suo caso - insieme alla moglie, Elvira Gasbarro - con l'accusa di corruzione nell'ambito di un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Campobasso su un presunto traffico illecito di rifiuti tra Molise e Puglia che vede iscritte nel registro degli indagati anche altre 45 persone. Roberti ha subito rivendicato con un post sui social di aver tenuto «sempre comportamenti corretti e rispettosi della legge», e si è detto «pronto a fornire alla magistratura tutte le necessarie informazioni utili a fare luce su ogni aspetto, affinché sia fatta piena chiarezza» sui fatti che gli vengono contestati. Ossia «una vicenda che non riguarda il mio ruolo» da governatore, spiega ancora, ma che risalirebbe agli anni 2020-2023, quando era ancora sindaco di Termoli e presidente della provincia di Campobasso. Oltre che componente del consiglio generale del Cosib, il Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Valle del Biferno, all'interno del quale vi era una srl di Termoli, la Energia Pulita, che si occupa di azienda di recupero, stoccaggio e selezione di rifiuti. Secondo gli inquirenti, Roberti avrebbe lavorato come co-progettista alle pratiche che la srl avrebbe poi presentato proprio al Comune di Termoli del quale lui stesso era sindaco, e per l'accusa l'attuale governatore avrebbe accettato dal direttore tecnico dell'azienda Energia Pulita «denaro e altre utilità per sé e per la moglie», con la donna che sarebbe infine stata anche assunta con regolare contratto dalla società di Termoli.

Va però sottolineato come l'uomo che dal 2023 governa con una maggioranza di centrodestra il Molise è del tutto estraneo al «cuore nero» dell'indagine, affidata alla Dda di Campobasso in quanto il lavoro degli inquirenti avrebbe portato alla luce intrecci tra la malavita pugliese e quella molisana, tanto che molti degli altri indagati devono rispondere di ipotesi di reato quali estorsione, traffico illecito di rifiuti, turbativa d'asta. E nelle carte dell'indagine ci sarebbe molto di peggio dell'episodio contestato al governatore: non solo traffico di rifiuti (anche pericolosi, come l'amianto) tra le due regioni contigue, ma anche traffico di stupefacenti, oltre a gravi episodi di estorsione e a varie intimidazioni, il tutto sotto l'inquietante presenza della mafia foggiana che avrebbe espanso le sue mire sul litorale molisano. Con questo scenario criminale Roberti non c'entra, ma il suo nome è finito nello stesso tritacarne mediatico, curiosamente proprio dopo che da giorni in Molise non si parlava d'altro che dell'indagine sulla mala dei rifiuti che era ormai in dirittura d'arrivo.

E mentre l'opposizione in Regione coglie l'assist delle toghe e chiede conto al governatore dell'avviso di garanzia, a esprimergli il proprio sostegno, e la certezza che saprà presto chiarire la sua posizione, arrivano i vertici di Popolari per l'Italia e l'europarlamentare della Lega Aldo Patriciello.

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