Il Messico e il Canada trovano per ora una «quadra» con Donald Trump, evitando il muro contro muro. Sono i primi effetti delle tariffe doganali annunciate sabato dal presidente americano (25 per cento sulle importazioni dai due paesi vicini e 10 su quelle dalla Cina). Ieri il tycoon ha sentito i leader dei due Paesi, e ha deciso la sospensione dei dazi per un mese. Con il Messico, in cambio avrà il dispiegamento di 10mila soldati al confine per contenere il flusso di droghe e migranti. Con il Canada, l'accordo è stato trovato dopo un colloquio telefonico Trump-Trudeau anche sulla base della lotta alla droga. Il comandante in capo spiega di aver concordato con la leader messicana Sheinbaum di dare il via a colloqui nei 30 giorni di stop - assieme al segretario di Stato Marco Rubio, quello al Tesoro Scott Bessent, quello al Commercio Howard Lutnick, oltre ai rappresentanti messicani - in modo da trovare un «accordo». Alla domanda su cosa devono fare le due nazioni vicine per eliminare i dazi, The Donald risponde che «devono bilanciare i loro scambi, numero uno. Devono impedire alle persone di riversarsi nel nostro paese... e noi dobbiamo fermare il Fentanyl. E questo include la Cina».
«Abbiamo avuto una conversazione proficua con Trump, con grande rispetto per le nostre relazioni, la sovranità ed abbiamo raggiunto una serie di intese», afferma da parte sua Sheinbaum, precisando che con la pausa nell'applicazione dei dazi il suo Paese schiererà 10mila membri della Guardia Nazionale alla frontiera con gli Stati Uniti per prevenire il traffico di droga, e gli Usa d'altra parte si sono impegnati a combattere il traffico di armi verso i cartelli. «La buona notizia è che nelle nostre conversazioni del fine settimana, una delle cose che abbiamo notato è che i messicani sono molto, molto seri nel fare ciò che ha detto il presidente Trump - riferisce Kevin Hassett, direttore del National Economic Council della Casa Bianca -. Mentre i canadesi sembrano aver frainteso il linguaggio chiaro dell'ordine esecutivo e lo stanno interpretando come una guerra commerciale», aveva detto in pun pirmo tempo. Infatti, in risposta ai dazi, la provincia dell'Ontario - la più popolosa del Paese, dove si trovano sia Toronto che la capitale Ottawa - secondo il New York Times ha intenzione di annullare il contratto con Starlink, il servizio Internet via satellite controllato da Elon Musk, circa 68 milioni di dollari. Il presidente Usa, tuttavia, in un post su Truth aveva confermato i colloqui in corso Trudeau che poi hanno portato allo stop temporaneo. Una trattativa complessa, visto che nel pomeriggio il tycoon aveva minacciato di aumentare ulteriormente i dazi se Trudeau avesse insistito nella rappresaglia per imporre tariffe doganali del 25 per cento sui prodotti statunitensi.
Trump agita la clava dei dazi per rimettere in riga gli «interlocutori indisciplinati» e ottenere condizioni più favorevoli agli Usa nei diversi negoziati che riguardano i rapporti bilaterali declinati su ogni dimensione, da quella commerciale ed economica a quella militare, e ancora su sicurezza e immigrazione. Il presidente e i suoi consiglieri sono consapevoli che una guerra commerciale di lungo periodo, soprattutto con i maggiori partner di Washington, sarebbe dannosa per il Paese, ma la sua intenzione sarebbe quella di utilizzare queste sortite per ottenere risultati immediati o nel breve periodo. Hassett, quando gli è viene chiesto se le politiche di Trump creeranno più inflazione, dice che bisogna guardarle nel loro insieme. «Penso che questo sarà uno dei più grandi shock positivi dal lato dell'offerta che abbiamo mai visto», assicura, precisando che il tycoon alla fine deciderà «cosa annullare e cosa no» in termini di dazi.
Intanto, gli effetti della nuova politica americana nelle relazioni con il Canada iniziano a farsi vedere anche sullo sport professionistico e in particolare nel basket Nba. I tifosi dei Toronto Raptors domenica hanno fischiato l'inno nazionale Usa durante gli eventi sportivi in Canada, come è accaduto sabato nelle partite della Nhl (National Hockey League) a Ottawa e Calgary.
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