Trentadue mucche sono approdate nel porto di Rotterdam e fanno le prove generali per un allevamento del futuro: a pelo d'acqua, sostenibile, tecnologico, attento al benessere animale. Il tutto in una grande e modernissima città europea.
Le 32 bovine hanno preso la residenza - come dei campagnoli che si spostano in città avendo trovato una opportunità di lavoro - nella prima fattoria galleggiante del mondo. Le «ragazze», come le chiamano quelli di «Floating Farm», ideatori del futuristico progetto, hanno un fienile tutto per loro in un piano dell'ampia piattaforma galleggiante, una stalla, un robot per la mungitura, uno per il trattamento dei liquami, un alimentatore automatico e un comodo pavimento in gomma, praticamente una moquette. Se le mucche hanno voglia di fare una passeggiata nel campo vicino, sono libere di farlo.
Il concetto è un po' quello di Maometto e della montagna: nel 2050 secondo le Nazioni Unite il 68 per cento della popolazione mondiale vivrà in aree urbane (oggi è il 55 per cento). E l'approvvigionamento di generi alimentari dalle campagne sarà sempre più complicato e oneroso. Da qui l'idea, copernicana, di avvicinare gli abitanti delle città il più vicino possibile all'origine e alla preparazione del loro cibo quotidiano. E visto che i cittadini non si spostano, saranno i campagnoli a dover fare il viaggio in città, grazie a campi, orti, alveari e fattorie urbane. Dato poi che spazio a disposizione non c'è gli ingegnosi olandesi hanno ben pensato - idea non nuova per un Paese in parte reclamato dal mare di colonizzare l'acqua. La fattoria è trasparente, perché il fine è anche educativo: i visitatori possano vedere cosa succede dentro. E in ottica di economia circolare è pure autosufficiente. I pannelli solari galleggianti forniscono tutto il fabbisogno energetico, l'acqua piovana viene catturata sul tetto e purificata. E il letame sarà utilizzato come fertilizzante per le piante, i giardini e i parchi cittadini.
Quanto al menu delle mucche è anche quello per la gran parte cittadino: consiste infatti in scarti dai cereali utilizzati per la lavorazione della birra, crusca, bucce di patate ed erba tagliata dai campi da gioco e dei campi da golf della città. Le mucche trasformano questi scarti in un latte sano e per la prima volta realmente a chilometro zero per gli abitanti di Rotterdam. E la trasformazione di erba in latte, notoriamente ricco di proteine, è considerata una produzione alimentare sostenibile ed efficiente.
I prodotti delle magnifiche 32 - yogurt, formaggio e latte - sono già in vendita alla Floating Farm, ma a Rotterdam e dintorni saranno presto disponibili anche nei supermercati «Lidl» sotto casa.
La fattoria si trova in una parte del porto cittadino, Merwehaven, in fase di transizione: è ancora porto ma nel giro di 10 o 15 anni diventerà zona residenziale e di lavoro, e già sono comparsi eleganti studi di designer nelle ex fabbriche e nei magazzini.
La crescente scarsità di terreni agricoli da un lato e la crescita della popolazione mondiale dall'altro dovranno portare a ideare nuove soluzioni e nuovi modi per continuare a nutrire la popolazione mondiale. Ma anche i cambiamenti climatici giocano un ruolo importante: Rotterdam è situata presso un grande delta, molto sensibile alle alluvioni e al cambiamento di portata del fiume e, in futuro, all'innalzamento del livello del mare e all'aumento delle precipitazioni. Gli edifici galleggianti diventano dunque una soluzione. Che tra l'altro permette di produrre cibo e approvvigionare la città anche durante le inondazioni.
Gli olandesi ne sono così convinti che hanno già pensato di allargare ad altri progetti: i prossimi a comparire sulla superficie della «Nieuwe Maas» saranno un allevamento di polli e delle serre per la coltivazione di ortaggi. Un'idea antica insomma per risolvere problemi che sono decisamente attuali.
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