Multa colossale per quelle 110 ferite all'arte

Multa colossale per quelle 110 ferite all'arte

La fontana della Barcaccia del Bernini, danneggiata irreversibilmente e trasformata in una pattumiera dai tifosi del Feyenoord nel centro di Roma, non si è beccata solo gli sputi e le bottigliate di questi vandali criminali, ma anche le inutili lacrime di coccodrillo del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che indignato ha detto che bisogna punirli duramente. Ci mancherebbe altro. Ma un ministro non si deve limitare a piangere sulle 110 scalfiture che la fontana ha subito. Il suo compito, in sinergia con il ministro degli interni, è prevenire queste scempiaggini. Non si può militarizzare Roma. Ogni giorno arrivano migliaia di persone, turisti e anche tifosi. Pensare di isolare con transenne o con opportune limitazioni ogni opera degna di pregio artistico è una sciocchezza, perché significherebbe di fatto marmorizzare palazzi, colonnati, fontane, chiostri che invece vivono nella loro interazione quotidiana con i cittadini e i turisti. Anzi lo scultore Bernini concepì e realizzò questa fontana tra il 1627 e il 1629 proprio pensando ad un continuo dialogo tra essa e chi la guardava, ne sorseggiava l'acqua, si appisolava sui suoi bordi.

Come opera è stata oggetto di frequenti restauri (quattro negli ultimi trenta anni) in virtù della sua incessante esposizione al contatto con i milioni di persone che visitano Piazza di Spagna. Dunque le transenne o una cancellata in ferro, mentre non deprimono lo sviluppo verticale dell'altissima Colonna di Marco Aurelio nell'omonima piazza, sarebbero una sciagura se cingessero soffocandola la Barcaccia del Bernini. Dunque cosa doveva fare e cosa dovrà fare urgentemente il ministro Franceschini, oltre a mandare a galera sicura i colpevoli? Dovrà fare due cose: anzitutto, visto che è molto bravo con le conferenze stampa (la sua riforma dei musei e del Ministero è stata sbandierata da una sequela di conferenze coi giornalisti), dovrà dichiarare al mondo che da oggi si cambia: a danni esemplari ai capolavori dell'arte corrisponderanno pene non simboliche o risarcitorie, ma massimamente esemplari. Quanto si stima un Bernini? Trenta, quaranta milioni di euro? (il Codacocons ha chiesto ieri all'Olanda 2,8 miliardi, mille euro a romano) Bene, chi lo vandalizza, sarà punibile con una multa altrettanto grande. Non dovrà pagare il danno o risarcire il restauro, ma sarà costretto a foraggiare l'Italia con una cifra pari al valore dell'opera.

Ci saranno sempre i mitomani che sfregiano l'arte, come accadde nel 1972 alla Pietà di Michelangelo in San Pietro o nel 1991 al David della Galleria dell'Accademia a Firenze. Ma se i pazzi non possono essere prevenuti, gli scemi o gli ubriaconi da stadio possono essere invece calmati. Come? Appunto facendo sapere che la legge italiana impone pene altissime a chi scalfisce il suo patrimonio.

Inoltre - e questa è la seconda proposta ai ministri Franceschini e Alfano - il calendario delle partite è ampiamente prevedibile: in quei giorni mettete più sorveglianza armata attorno alle opere più esposte. Non serve un esperto per individuare nel centro di Roma o di qualunque città quale arte rischia di morire a bottigliate come la Barcaccia del Bernini.

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