Mare, sabbia, sole. La vacanza indimenticabile di 15 giorni a Sharm El Sheikh, programmata e sognata da tempo, si è trasformata in tragedia per una famiglia palermitana. Il piccolo Andrea di 6 anni è morto per una presunta intossicazione alimentare. Ma è giallo su quanto è accaduto. L'inchiesta è stata aperta e saranno fondamentali gli esiti dell'autopsia che è già stata effettuata sul corpicino del bambino. Verte in gravi condizioni anche il papà, Antonio Mirabile, 46 anni, operaio dell'Anas, che si trova ricoverato in terapia intensiva. La mamma, la 35enne Rosalia Manosperti, che è in gravidanza, è stata colta da malore ma, per fortuna, le condizioni sue e del piccolo che porta in grembo stanno migliorando.
Ma cosa ha potuto fulminare Andrea in sole 36 ore? Non tranquillizzano i familiari gli esami tossicologici che sono stati effettuati e la conseguente rassicurazione del ministero della Salute egiziano che, stando a quanto riferisce lo zio del piccolo Andrea, Roberto Manosperti, «esclude l'avvelenamento». L'incubo è iniziato il 1° luglio, a pochi giorni dall'arrivo in Egitto il 26 giugno: tutti e tre vomitavano incessantemente. «Il bimbo ha iniziato a stare male racconta lo zio - Mio cognato pensava di avere ingerito acqua in piscina. Ma non poteva essere solo quello. Il bimbo e mio cognato hanno iniziato a vomitare. Stavano sul letto. Sono stati accompagnati in una guardia medica dell'hotel e gli hanno fatto loro una prima flebo con una soluzione fisiologica e tre pillole per curare le intossicazioni alimentari». Ma il vomito era incessante e così, il giorno dopo, sono tornati in clinica ed è lì che, pochi minuti dopo, il piccolo Andrea è deceduto. «Mio cognato è giunto invece in ospedale privo di sensi, con sintomi di inizio blocco renale, con rene ingrossato, e problemi respiratori, un'ossigenazione bassissima». Lo zio è preoccupato perché «le notizie sono poche e non si ha un bollettino medico. I medici sono restii a inviare i referti, visto che c'è di mezzo l'assicurazione».
Ci sono problemi anche per il rientro in Italia, visto che Antonio non è condizioni di viaggiare, ma la Farnesina, il consolato e l'ambasciata italiana hanno rassicurato che, non appena ci sarà l'ok da parte dell'ospedale, sarà organizzato il rimpatrio a spese dello Stato.
Un rientro che i familiari qui in Italia sperano avvenga presto, perché possano vivere tutti insieme il gravissimo lutto. «Qualcuno ci aiuti dice lo zio - Per un volo privato i prezzi oscillano tra i 30 e i 35mila euro. Facciamo un appello alle istituzioni. Chiediamo aiuto a chiunque possa supportarci».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.