Nave africana, incubo Ebola alla Spezia

Mercantile in arrivo dalla Sierra Leone, il prefetto ligure scrive al governo: "Confiniamo l'equipaggio a bordo"

Nave africana, incubo Ebola alla Spezia

In porto arriva un mercantile dall'Africa. E il prefetto scrive al ministro Alfano: «Confinare a bordo l'equipaggio per prevenire ogni possibile rischio d'infezione».

Il pericolo si chiama Ebola. A Milano il chirurgo Paolo Setti Carraro e l'ostetrica Chiara Moretti, rimpatriati in Lombardia dopo aver lavorato in Sierra Leone, sono stati messi precauzionalmente in quarantena. Alla Spezia già si scruta l'orizzonte per tenere d'occhio la minaccia. Il protocollo predisposto dalla Regione Liguria seguendo le indicazioni del ministero della sanità prevede «rigide misure di controllo per coloro i quali hanno soggiornato in Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria e Congo nei 21 giorni precedenti». Ed è bastato quel numero, unito ai colori della bandiera battuta dal bastimento atteso al molo, per far scattare l'allerta.

L'8 novembre in rada getterà l'àncora una nave sorvegliata speciale dal momento in cui, il 23 ottobre, è salpata dalla Sierra Leone. Meno di tre settimane, dall'Oceano Atlantico al mar Ligure. Un periodo troppo breve per poter escludere con certezza che tra i marinai ve ne possa essere qualcuno portatore di un virus che può esplodere nell'arco di 21 giorni dal contagio. Attivato il piano di sicurezza, poiché evidentemente il dubbio non trovava risposta nelle procedure adottate, il prefetto Giuseppe Forlani ha scritto al ministro dell'interno per ottenere «ragguagli sulle precauzioni aggiuntive da adottare». A destare preoccupazione, «la libera circolazione in città dei marinai, che potrebbe costituire un pericolo per la popolazione». Per questo, qualora dovesse essere concesso l'ingresso in porto, il prefetto sarebbe pronto a disporre «il confinamento a bordo dell'equipaggio fino al momento in cui sarebbe da considerarsi del tutto fuori pericolo dal virus Ebola». E per non lasciare nulla al caso, verrebbero impartite prescrizioni particolari «circa il trattamento delle acque di zavorra, lo scarico dei rifiuti e delle acque nere».

Tutto chiaro, tutto pronto per fronteggiare eventuali emergenze? A giudicare la vicenda col metro della trasparenza, qualche perplessità sorge. L'Autorità Portuale si sfila: «Noi non c'entriamo. Delle questioni di sicurezza si occupa la Guardia Costiera». In Capitaneria lo schema non cambia: «Stiamo seguendo la cosa», dicono dall'Ufficio Comando, «ma la guida delle operazioni è nelle mani della Prefettura». Un salto in via Vittorio Veneto, dalle parti dell'Ufficio territoriale di governo, non aiuta a spazzar via le perplessità. «È stato attivato il protocollo sanitario previsto per situazioni del genere», confermano dall'Ufficio di Gabinetto. Ma quando il dialogo si sposta sulla lettera inviata dal prefetto al Viminale, sulla conversazione cala il gelo della riservatezza: «Ci sono contatti in corso col ministero, ma al riguardo non rilasciamo dichiarazioni».

Insomma, impossibile saperne di più. A sentire la Regione, in ogni caso nessun problema: «Sono stati individuati 38 posti letto idonei a garantire adeguate condizioni di ricovero: a Genova 13 al San Martino, 2 al Galliera e 3 al Gaslini. Poi 13 a Sanremo, 3 a Savona e 3 alla Spezia». C'è però chi non si fida.

«Pochi giorni fa - ricorda il consigliere regionale leghista Edoardo Rixi in un'interrogazione urgente depositata mercoledì - un importante sindacato di infermieri che operano al San Martino ha dichiarato che se fosse ricoverato il primo malato di Ebola il rischio sarebbe di operare senza tute protettive appropriate e solo con laconiche linee guida».

Non resta che attendere l'8 novembre e confidare, italicamente: io speriamo che me la cavo.

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