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Negazionismo, pene più dure. Ma solo se il reato è pubblico

La commissione Giustizia del Senato approva il ddl che introduce l'aggravante del negazionismo. Inserita nel testo la parola "pubblicamente": cambia così l'impianto della legge Mancino

Negazionismo, pene più dure. Ma solo se il reato è pubblico

La commissione Giustizia del Senato approva il ddl che introduce l'aggravante del negazionismo. Nel testo viene, però, inserita la parola "pubblicamente". Cambia così tutta la legge Mancino che punisce le discriminazioni razziali nel loro complesso. La sinistra alza subito le barricate. "Cadranno molti processi in corso - commenta la presidente della commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti - è davvero gravissimo". Nel mirino l'emendamento presentato da Giacomo Caliendo (Forza Italia) che molti nel Pd si augurano venga respinto in Aula.

Il ddl licenziato dalla commissione Giustizia modifica la legge Mancino introducendo espressamente l'aggravante della pubblica istigazione fondata in tutto o in parte sulla negazione della Shoah, crimini di genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra, così come definiti dallo statuto della Corte penale internazionale. Il reato è punito con pene aumentate fino a un terzo rispetto a quelle già previste dalla legge stessa. La legge Mancino prevede la reclusione fino a un anno e sei mesi o la multa fino a 6.000 euro "per chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi". E punisce con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

La commissione Giustizia del Senato ha modificato questa norma prevedendo anche che l'istigazione, per essere sanzionata, debba avvenire "pubblicamente". Ora sarà l'Aula a decidere se approvare il testo o modificarlo ulteriormente.

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