Berlino Uno dei cartelli chiedeva di applicare la regola AHA dalle iniziali (in tedesco) dei verbi «risvegliarsi, mettere (tutto) in discussione e dismettere mascherine e governo». Altri cartelloni invocavano «libertà, democrazia e ripristino dei diritti fondamentali». Circa 15 mila manifestanti hanno sfilato sabato per il centro di Berlino per protestare contro le restrizioni anti-Covid 19. Regole imposte a livello locale e federale per rallentare la diffusione del virus. Fra gli slogan più sentiti: «Siamo qui e siamo rumorosi, perché ci scippano la nostra libertà» e «Il complotto più grande è la pandemia da coronavirus». Nel loro percorso i dimostranti hanno sbandierato anche gli stendardi dei diversi Länder tedeschi cercando di segnalare come tutta la Germania sostenesse la loro protesta. Fra gli organizzatori ci sono i militanti di Lateral Thinking 711, un'iniziativa che negli scorsi mesi si era già fatta sentire a Stoccarda. La polizia ha reso noto come solo una piccola parte delle persone scese per strada indossasse la mascherina: la minoranza più accorta si è così guadagnata gli urli della maggioranza contraria all'uso del dispositivo di protezione. Insulti all'indirizzo del corteo fra i più sentiti «Nazi raus!» sono invece arrivati da tanti passanti ma soprattutto dalle contromanifestazioni coordinate dalle «Nonne contro la destra». I cortei contro il distanziamento sociale e per «la fine della pandemia» attirano numerosi leader populisti, teorici del complotto ed esponenti della destra neonazista, sempre in prima linea a contro l'autorità costituita. Usando gli altoparlanti, la polizia ha dunque invitato i manifestanti a rispettare le distanze di sicurezza e a utilizzare la mascherina. Di fronte al rifiuto della maggior parte dei presenti, le autorità hanno decretato la fine del corteo e annunciato di aver sporto denuncia penale nei confronti degli organizzatori.
Il lockdown antivirus in Germania è stato allentato da inizio maggio: e se le scuole hanno parzialmente riaperto da giugno, resta ancora in vigore l'obbligo di indossare la mascherina sui mezzi di trasporto e nei negozi. Ad aggravare l'avversione del tedesco medio contro chi sostiene che la pandemia sia un complotto, sono gli allarmi lanciati dall'Istituto Robert Koch per il controllo delle malattie infettive. Sebbene resti sotto controllo, il numero delle infezioni è tornato a crescere soprattutto fra i braccianti stranieri impiegati nelle grandi fattorie e nei mattatori tedeschi che non hanno rispettato i protocolli sulle regole d'igiene e il distanziamento sociale.
La copresidente dei socialdemocratici Saskia Esken ha parlato di «migliaia di #Covidioti che senza distanze né mascherine stanno provocando una seconda ondata a Berlino: irresponsabili che mettono a repentaglio
la nostra salute e i successi contro la pandemia». Per il deputato locale Jan Redmann della Cdu «abbiamo mille infezioni al giorno è questa dimostrano contro il distanziamento? È una follia che non ci possiamo permettere».
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