Nella battaglia per le poltrone si spezza l'asse Merkel-Macron

Macron spinge per una elezione del presidente della Commissione su indicazione del Consiglio Europeo, la Merkel sostiene Weber e il metodo dello "Spitzenkandidat"

Nella battaglia per le poltrone si spezza l'asse Merkel-Macron

La battaglia d'Europa adesso si gioca sulle nomine. Al termine del vertice informale tra i Capi di Stato Ue per individuare un metodo per la scelta dei Commissari Ue e soprattutto per scegliere il presidente della Commissione, di fatto si scontrano due scuole di pensiero. La prima è quella che vede favorito per il ruolo di presidente della Commissione Weber appoggiato dal Ppe, dall'altro quella che vede un nome come espressione di una scelta del Consiglio d'Europa. Lo scontro così si consuma già sul metodo e non tanto sui nomi. Su questo punto a termine dle vertice è intervenuto il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk: "Non c’è automaticità sulla scelta di uno ’Spitzenkandidat’ (il capolista del partito che ha preso più voti e indicato dai partiti prima del voto, ndr)". E ancora: "Gli obblighi dei trattati sono più importante delle idee politiche e delle invenzioni. nessuno può essere escluso. Essere capolista (di un partito europeo) non è qualificante. Al contrario può aumentare le sue chance". Tusk ha anche chiesto di evitare "uno scontro inter-istituzionale tra Consiglio e Parlamento perché nessuno ne ha interesse". E sulla scelta del nome per la presidenza della Commissione arriva anche la presa di posizione della cancelliera tedesca, Angela Merkel che ha invitato i leader ad accettare una strada basata sulla mediazione: "Sulle nomine ai vertici delle istituzioni Ue "tutti devono essere tolleranti e pronti al compromesso".

La Germania come detto sostiene Weber (nome gradito e sostenuto anche da Forza Italia). Ma Macron manda un messaggio chiaro e rivendica il ruolo del Consiglio Europeo cercando di archiviare la prassi dello "Spitzenkandidat". Le sue parole sono molto chiare: "La nomina del presidente della Commissione è una competenza che spetta al Consiglio, al Parlamento spetta approvarlo. Quelli che oggi difendono il metodo degli ’Spitzenkandidat’ sono gli stessi che hanno bocciato il sistema delle liste transnazionali". Secondo Macron il candidato che sarà designato "dovrà rispettare le diverse sensibilità politiche uscite dalle elezioni europee, una coalizione più larga possibile di pro-europeisti, ovvero, oltre ai liberali, i Popolari, i Socialisti e i Verdi". In questa partita avrà un ruolo anche la Gran Bretagna.

Formalmente Londra fa ancora parte dell'Ue e così anche il suo voto sarà determinante per la scelta del presidente della Commissione. Insomma la partita è appena iniziata. Cinque anni fa per designare Juncker alla guida della Commissione servirono ben quattro vertici in tre mesi...

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