Parigi Dopo la tragica notte di venerdì, nel decimo arrondissement, all'angolo della Rue Bichat e della Rue Alibert, non c'è silenzio, né paura. Certo, le vetrine infrante, perforate dai proiettili, sono lì a testimoniare cosa è successo al ristorante Le petit Cambodge e al cafè Le Carillon. Un'azione di guerra: 14 morti. Ma le persone del quartiere parigino, in strada, la mattina dopo l'assalto che pare essere stato il primo dei sei, non scappano. Camminano con le buste della spesa. Con i giornali sotto braccio. Circolazione vietata alle vetture. Solo quelle della polizia possono attraversare Rue Bichat. I sigilli bloccano le auto, ma non il transito pedonale di chi ci vive. E vuole continuare a vivere. Senza paura. O almeno senza mostrarla.Il presidente François Hollande ha detto che paura bisogna averne, vista la portata degli attacchi. Ma anche che la Francia ha le forze per difendersi e rispondere alla minaccia. Se lo Stato lo fa con uomini e mezzi richiamati già dalla notte scorsa dalle periferie a Parigi, la gente comune, le famiglie, rispondono andando al supermercato. Parlando al cellulare. Non stazionano sul luogo che conoscono già troppo bene come fanno i giornalisti, i cameramen e i fotografi. Non si fermano a guardare come il cuore del loro quartiere sia stato devastato, colpito nei luoghi del relax e della condivisione di un pasto, di una birra o di un caffè. Escono. A piedi o in bicicletta. C'è chi porta a spasso il cane. Potrebbe andare al parco: invece sceglie di mostrarsi col suo fedele amico nella strada dell'assalto.Le serrande abbassate del Petit Cambodge si specchiano sulle vetrine del Carillon, dove i proiettili hanno colpito sotto la scritta che più invita alla spensieratezza: «Happy Hours dalle 18 alle 20». Un invito con sotto buchi di oltre dieci centimetri. Eppure chi abita in questa zona passa quasi come se nulla fosse successo. C'è chi abbassa lo sguardo e chi insiste nella camminata guardando appena, senza fermarsi, senza indugiare. Questo mostrano le immagini girate da Le Parisien. Chi lascia bouquet e candele sono i forestieri.Anche nella zona inaccessibile del Bataclan dove c'erano circa 1.500 persone ad assistere al concerto e dove quattro uomini hanno ucciso 82 persone si sono avvicinati in moltissimi. Non per morbosità o con l'intento macabro di scattare fotografie del luogo dell'attacco più tragico, ma per dare un segnale, spiega una signora sulla cinquantina, ignorando l'invito del sindaco Anne Hidalgo a non lasciare le proprie abitazioni, se non strettamente necessario.D'altronde le scuole sono chiuse. Tre i giorni di lutto nazionale proclamati da Hollande. Eppure, già venerdì notte, un pezzo di Parigi aveva contravvenuto al coprifuoco. Soprattutto i tassisti - che hanno più volte reso invivibile la capitale francese come nei giorni della protesta contro Uber - si sono scambiati messaggi e divisi per zone offrendo passaggi gratuiti a chi stava cercando di tornare a casa.Non tutti hanno aperto i negozi nelle aree colpite. Coraggiosa, simbolica, unita, la risposta al Bataclan.
Sulle note di «Imagine» di John Lennon, a un centinaio di metri dal locale, ieri un pianista ha trainato lo strumento con una bicicletta e ha cominciato a suonare dietro le transenne. Intorno centinaia di parigini con un fiore o un biglietto in omaggio alle vittime. FDR- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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