Dodici anni per confermare la propria innocenza dei quali otto trascorsi a difendersi. È il tempo che è servito all'ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, e al suo vice nonché successore, Angelo Borrelli, per essere riconosciuti non responsabili di danno erariale da parte della sezione giurisdizionale del Lazio della Corte dei Conti. I fatti contestati si riferiscono al 2009 quando il governo Berlusconi decise di spostare il G8 dall'isola della Maddalena all'Aquila, appena colpita dal sisma, per testimoniare la vicinanza politica al capoluogo abruzzese.
Come ricordato dalla magistratura contabile nel suo provvedimento, il dipartimento per la Protezione civile aveva «predisposto il bando di gara per l'affidamento in concessione dei servizi di ricettività alberghiera, del porto turistico e delle connesse strutture ed aree situate nell'ex arsenale fissando quale criterio d'aggiudicazione quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa». In particolare, era previsto che «l'offerta dovesse contenere l'impegno a versare una somma non inferiore a 40 milioni di euro, da versare una tantum, nonché l'indicazione della misura del canone annuale proposto per l'intera durata della concessione (30 anni)». L'appalto fu aggiudicato all'unica offerente Mita Resort srl (società di Emma Marcegaglia) per un importo di 41 milioni di euro una tantum e di 60mila euro di canone annuo. In seguito allo spostamento del grande evento il contratto fu rinegoziato con un una tantum di 31 milioni di euro. Una successiva transazione condotta dall'Avvocatura dello Stato e siglata nel 2017 ha rimborsato con 21 milioni di euro la Mita Resort degli investimenti effettuati nell'isola, che da arsenale militare avrebbe dovuto trasformarsi in meta turistica. Contestualmente la Regione è tornata in possesso del compendio immobiliare.
Dunque, nessun danno perché «il fatto non sussiste» e un mini risarcimento del tutto simbolico di 7mila euro a testa per le spese legali a Bertolaso e Borrelli. «Questa vicenda giudiziaria non doveva neppure iniziare; si è conclusa come tutte quelle che mi hanno riguardato: con una assoluzione», ha commentato l'ex numero uno della Protezione civile sottolineando che «non solo non vi è stato alcun danno all'erario, ma è emerso in tutta evidenza come avessi voluto tutelare il bene comune e sia stato legittimo e conforme agli interessi dello Stato». Al punto tale, ha concluso, che «la Corte ha voluto riconoscermi un indennizzo economico per gli 8 anni di gogna mediatica». Il procedimento per danno erariale è nato, infatti, da una costola di quello penale sui grandi appalti dal quale Guido Bertolaso uscì assolto.
Ovvia la soddisfazione di tutto il centrodestra. «Anche quest'ultima assoluzione conferma ciò che abbiamo sempre saputo: Bertolaso è un limpido servitore dello Stato, in prima linea nelle grandi emergenze, finito nel mirino di inchieste che non avevano nemmeno i presupposti per essere aperte», ha commentato il capogruppo al senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini, evidenziando che «la Corte gli ha riconosciuto un indennizzo economico, ma nessuno potrà risarcirlo per questa lunga e immotivata odissea giudiziaria». Per il senatore azzurro Maurizio Gasparri ora l'ex capo della Protezione civile può rientrare a pieno titolo nell'agone politico. «Ci sono voluti otto anni per riconfermare che Bertolaso è una risorsa per la Repubblica e non un problema», ha rimarcato interrogandosi su «quanto tempo ci vorrà ancora per scoprire che anche oggi può essere una risorsa per le istituzioni, mi riferisco alla guida di una grande città?».
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