"Niente allarmismi sui casi Covid. Si mettano via le bandiere politiche"

L'immunologo del Bambino Gesù stempera le cassandre del virus. "Malattia endemica, la variante Eris ha solo la maggioranza relativa"

"Niente allarmismi sui casi Covid. Si mettano via le bandiere politiche"
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Non pare il vero alle cassandre del Covid poter tornare a parlare di aumento dei contagi, di mascherine e via dicendo. Ma evidentemente la voglia di dar contro al governo è più forte del reale allarme. Ed è pur vero che ci sono quasi 40mila contagi e cento morti in un mese ma di tutto si tratta fuorché di numeri da emergenza. A tranquillizzare gli animi è anche Federico Perno, responsabile del dipartimento di Microbiologia e Diagnostica di immunologia dell'ospedale Bambino Gesù di Roma.

Professor Perno, non crede si stiano enfatizzando i numeri del Covid per ragioni più politiche che sanitarie?

«Mi sono accorto. Ma facciamo in modo che le bandiere politiche e la gestione del Covid restino due cose ben distinte. Parlino le persone preparate sull'argomento ma le sintesi di ciò che dicono non vengano mai guidate dall'appartenenza politica».

Troppo allarmismo?

«Oltre alla salute delle persone, dovremmo tutelare la salute economica del Paese e strillare senza ragione sul Covid non fa certo bene a nessuno».

Qual è la situazione reale sul virus?

«Il virus non se n'è andato e non se ne andrà. Ma è cambiato. La polmonite non c'è più, è calata molto anche tra i pazienti fragili. Grazie a Omicron, che ci ha immunizzato naturalmente, e grazie ai vaccini, siamo protetti dalle forme gravi».

Anche gli anziani?

«Smitizziamo un dato. La malattia non è in aumento tra gli anziani. Tra di loro sono in crescita solo i test fatti. Un 70enne è più cauto di un 20enne se si ammala. E appena sente qualche sintomo va a fare il tampone, tutto qui».

Dobbiamo temere la variante Eris?

«Eris è la variante più diffusa ma non possiamo più parlare di una variante che prevale sulle altre e spazza via quelle precedenti, come è stato per Alfa o per Omicron. Questo significa che il virus si è adattato all'uomo».

Quindi confermiamo che il Covid è una malattia endemica?

«Ormai si. Si può dire che Eris abbia una maggioranza relativa, con una percentuale di poco più del 40% rispetto alle altre. Non escludo che la variante sfugga al vaccino ma abbiamo anche imparato che le forme così sono quelle che replicano peggio».

Eccessivo parlare di mascherine a scuola o di rischio di focolai nelle classi?

«È ovvio che negli ambienti chiusi e con l'arrivo dell'autunno il virus si diffonderà più facilmente. Ma questo non significa che dobbiamo ricorrere a misure estreme o averne paura. Non è pericoloso come prima. Detto questo è bene che i fragili - non solo anziani - si vaccinino. A ottobre comincerà la nuova campagna e le dosi verranno somministrate assieme all'anti influenzale».

Previsioni per i prossimi

mesi?

«I dati aumenteranno ma avremo tutto sotto controllo, non serve allarmismo. Prepariamoci a evidenze scientifiche in continua evoluzione. In autunno ci sarà una nuova variante e man mano prenderemo decisioni».

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