Niente finanziamento pubblico? No problem, il Pd usa i soldi dei gruppi

Fatta la norma, trovato l'inganno. Dal 2017 i partiti diranno definitivamente addio al finanziamento pubblico, ma il Pd renziano ha già trovato il metodo per sopperire a questa mancanza: usare i contributi che sono a disposizione dei gruppi di Camera e Senato

Niente finanziamento pubblico? No problem, il Pd usa i soldi dei gruppi

Fatta la norma, trovato l'inganno. Dal 2017 i partiti diranno definitivamente addio al finanziamento pubblico, ma il Pd renziano ha già trovato il metodo per sopperire a questa mancanza: usare i contributi che sono a disposizione dei gruppi di Camera e Senato.

Soldi, che come rivela l'Espresso, sono stati usati anche per organizzare le feste dell'Unità anche se in teoria dovrebbero essere spesi solo per il funzionamento e l'attività dei gruppi parlamentari. In totale si tratta di circa un milione di euro dall'inizio della legislatura che vengono usati per l'attività di partito mettendo tutte le spese sotto la voce "comunicazione". Basta affittare uno spazio espositivo dentro una qualsiasi festa dell'Unità mettendo in bella vista dei depliant o dei gadget e il gioco è fatto. I costi di quest'operazione? Più sono alti e meglio è perché ad incassarli sono le società di partito come la Eventi Italia, che organizza le kermesse, o la Tinipla, che fa altrettanto nella capitale ed è di proprietà del Pd romano.

Secondo la Bdo, la società di revisione che controlla i bilanci dei gruppi parlamentari, l'uso di questi soldi dal punto di vista formale è legittimo ma le cifre spaventano.

Solo nel 2015 il Pd della Camera ha speso circa 400 mila euro per allestire, in undici Feste dell’Unità, uno stand in cui diffondere l’attività svolta, mentre il gruppo dem del Senato ha acquistato spazi espositivi in tre Feste per 73.200, 30.500 e 36.600 euro. A Palazzo Madama i dem hanno speso il doppio dell'anno precedente mentre alla Camera nel 2015 c'è stato un aumento dei costi del 30% rispetto ai 300mila euro del 2014.

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