Niente "pace", c'è l'influenza. Stretta di mani vietata in chiesa

Il gesto sospeso per evitare contagi: fedeli spiazzati. Il Vangelo non lo prevede. E produce scene grottesche

Niente "pace", c'è l'influenza. Stretta di mani vietata in chiesa

In una parrocchia irlandese, a quanto risulta, l'influenza ha avuto ragione della pace. Si tratta di malattia invalidante, almeno finché dura, e il parroco, dopo aver visto assottigliarsi i ranghi dei fedeli causa contagio, deve aver pensato che, continuando così, sarebbe toccato magari a lui. E, data la penuria di vocazioni, lasciare la parrocchia senza messa era un rischio da non correre. Perciò, ha sospeso il «segno della pace» che gli astanti devono scambiarsi a comando liturgico.

Noi, in Italia, siamo abituati alla semplice stretta di mano, ma ricordo di avere assistito, anni addietro, a una messa per turisti irlandesi, i quali al «segno» si abbracciavano e baciavano. Se colà usa ancora così, è stato prudente quel prete a dire: signori miei, finché non passa l'epidemia, evitiamo di toccarci. Bene, non so se la sospensione sia stata estesa alla pila dell'acqua benedetta, ma sarebbe auspicabile. Quest'anno in effetti, anche da noi l'influenza è stata particolarmente cattiva, c'è un sacco di gente a letto e ancora non siamo nel tempo del picco previsto. Sarebbe opportuno che pure qui venisse applicata la misura prudenziale e, visto che ci siamo, approfittarne per calmierare tutta una serie di abitudini che il quieto vivere ha lasciato proliferare nelle chiese.

Mi riferisco, per esempio, alla presenza di cani. Un tempo, per indicare una cosa che non c'entra niente, si diceva «come un cane in chiesa». Sì, perché era pacifico che le bestie in chiesa non ci dovessero entrare, specialmente durante le funzioni. Nessuna avversione ecclesiastica per gli animali, tant'è che, in giornate apposite, era prevista una speciale benedizione perfino per quelli grossi da stalla. Ma sempre fuori di chiesa. Ora, per non scontentare gli animalisti, la cui stella è sorta nel frattempo, i preti stanno zitti, al massimo interrompono rancorosi l'omelia quando un cane si mette ad abbaiare in chiesa. Si sa, anche i bambini talvolta strillano e il decidere se portarli fuori è lasciato al buonsenso dei genitori.

Neanche il segno della pace è scevro da inestirpabili abusi, e logica vorrebbe che lo si abolisse del tutto. Infatti, è pleonastico, cioè inutile e posticcio. Introdotto con la riforma liturgica (la messa in italiano, per intenderci), non ha alcun fondamento evangelico, anche se, talvolta, viene preceduto dalle parole «secondo il comandamento del Signore». Che non risulta, invece, nelle Scritture. Solo, nei primissimi secoli i cristiani usavano scambiarsi un bacio sulle guance, forma di saluto pacifico (che, com'è noto, anche Giuda usò). Così, in omaggio alla cosiddetta «Chiesa precostantiniana», venne introdotto nella liturgia il nostro «segno della pace». Che non di rado produce un vero e proprio bailamme di vecchiette che si spostano da un capo all'altro della chiesa per dare la mano a quanta più gente possibile, col grottesco risultato che ancora verso la fine della messa c'è gente che si scambia la stretta di mano.

Certo, sempre meglio di quei ragazzotti che vanno a fare la comunione con il chewing-gum in bocca, o di quelle ragazzotte più nude che vestite, o di quelle signorine che al Paternoster tracannano dalla bottiglietta d'acqua, o di quegli svaporati che tengono il berretto in testa. Ho visto io stesso una mangiare pizzette e un altro portarsi dentro il monopattino (eh, se lo lasciava fuori, magari glielo rubavano). Vabbe', la chiesa è la casa di tutti, anche dei maleducati, e la novità è il prete non osa contraddire nessuno: sarebbe contrario all'«accoglienza». Ma ci vuole proprio la peste per moralizzare un po' quel che è diventato il servizio liturgico? Da oggi, e per tutto il tempo che occorre, niente più segno della pace, c'è l'influenza ed è più saggio non toccarsi.

Sì, una volta contro le epidemie si indicevano, al contrario, funzioni affollate e processioni. Ma Pasteur non era ancora nato e nulla si sapeva di microbi, batteri e virus. Ora, però, si sa, ed è buona norma evitare i luoghi affollati. Certo, la messa domenicale è d'obbligo, ma almeno sediamoci distanziati.

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