L'allungamento delle vacanze per le scuole non è in agenda. È lo stesso premier Mario Draghi, durante la conferenza stampa di fine anno, a sgomberare il tavolo dall'ipotesi di un rientro in classe rinviato o comunque di un ritorno alla didattica a distanza. Fin dall'inizio del suo mandato Draghi ha indicato tra le priorità del governo quella di garantire la scuola in presenza. «Niente chiusure, scuola in presenza e socialità» dice quindi il premier che poi sprona le regioni e le strutture sanitarie a garantire test in tempi brevi. «Necessario per difendere la poca normalità che abbiamo conquistato è per prima cosa fare uno screening nelle scuole, seguita da una fase di testing e infine dalla vaccinazione anche dei bambini», conclude il premier. Sulla questione interviene anche il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che definisce «sbagliata la misura di prolungamento delle vacanze natalizie».
È possibile invece che molte scuole decidano per il rientro lunedì 10 gennaio. Alcune regioni, Campania e Puglia ma anche Bolzano, avevano già fissato quella data per la ripresa delle lezioni, anche perchè il 7 gennaio capita di venerdì. Ma anche in quelle dove era stato fissato nel calendario scolastico il rientro il 7 molti istituti grazie alla possibilità di scelta garantita dall'autonomia scolastica avevano già deciso per il rientro il 10 gennaio.
Il ministro sottolinea come il comparto scuola abbia risposto in massa all'invito alla vaccinazione. «Il personale prima dell'obbligo era già vaccinato al 96%. -afferma Bianchi- I ragazzi più grandi sono stati vaccinati oltre l'85%, per gli altri siamo all'80%, abbiamo iniziato a vaccinare i più piccoli da poco ma anche loro hanno risposto bene». Il ministro ricorda che comunque la percentuale delle classi in dad è ancora bassa rispetto al totale.
«I positivi dentro alle scuole sono al di sotto dell'1% e le classi in quarantena sono 10mila su 400mila. E il problema è cosa accade fuori scuola non dentro» insiste il ministro che è molto cauto sull'ipotesi di green pass per gli studenti. «Il vero strumento per evitare ritorno in quarantena è la vaccinazione», dice Bianchi. Il presidente dell'Associazione nazionale Presidi, Antonello Giannelli, si dice favorevole all'uso delle Ffp2 anche in classe «sono più protettive». Ma va ricordato che nel maggio scorso il Comitato Tecnico Scientifico ne aveva sconsigliato l'uso per gli studenti raccomandano invece l'uso della chirurgica.
Anche la sottosegretaria all'Istruzione Barbara Floridia ribadisce che allungare le vacanze sarebbe sbagliato perché gli studenti si contagiano fuori. Il nodo mai sciolto è quello della necessità di un testing rapido e di tracciamenti efficaci. Proprio pochi giorni fa i presidi avevano ribadito che al momento la promessa di un supporto da parte della struttura commissariale per accelerare l'esecuzione dei tamponi era rimasta sulla carta. «L'Esercito non si è visto», si erano lamentati i dirigenti scolastici che dallo scorso anno denunciano la scarsa se non inesistente risposta delle Asl alla domanda di tamponi quando viene individuato un positivo a scuola.
«Abbiamo trovato un' intesa con la struttura commissariale per aiutare i territori a effettuare lo screening nelle classi - assicura la Floridia- I presidi hanno ragione, perché è
innegabile che la capacità delle Asl di dare risposte molto spesso non è adatta alle esigenze delle scuole e fa registrare ritardi». Il ministero solleciterà l'intervento della struttura commissariale, assicura la Floridia.
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