Nistri, nuove regole per l'Arma "Meno social e più disciplina"

Il comandante generale inasprisce il codice interno: sì al procedimento disciplinare prima della sentenza

Nistri, nuove regole per l'Arma "Meno social e più disciplina"

Basta con i carabinieri che su Facebook sventolano slogan, bandiere, tatuaggi, pose discutibili che inevitabilmente finiscono poi sui giornali quando gli stessi finiscono nei guai. Se la libertà di espressione è garantita dalla Costituzione, per gli uomini e le donne in divisa nera i nuovi canali di comunicazione devono restare all'interno di vincoli rigidi. Altrimenti rischia di andarci di mezzo l'immagine dell'Arma.

È questo uno dei punti chiave della svolta che Giovanni Nistri, comandante generale dei carabinieri, ha annunciato ieri alla commissione Difesa della Camera: la riscrittura del Regolamento interno che risale al 1822, firmato da Carlo Alberto, e che - pur venendo via via modificato - rimane nel suo impianto complessivo. Si tratta di un testo che Nistri considera obsoleto da molti punti di vista. Per questo, una commissione ha iniziato i lavori di riscrittura. E uno dei punti chiave sono i nuovi doveri dei militari anche fuori dalla caserma, nella vita civile. Si parla di «trasparenza», di «imparzialità». Ma tra le preoccupazioni di Nistri l'uso responsabile dei social da parte di tutti i suoi sottoposti ha un punto di rilievo.

Già oggi il Com (il Codice dell'ordinamento militare) varato nel 2010 per tutti gli appartenenti alle forze armate ha un capitolo dedicato ai «particolari doveri dei carabinieri». Il Regolamento in preparazione andrà a rendere le norme più chiare, più incisive, e più al passo con i tempi: perché, come ha spiegato Nistri, solo «continenza» e «rettitudine» garantiscono ai carabinieri il rispetto di cui hanno bisogno. Serve «adeguare al mutato contesto sociale i riferimenti deontologici dell'agire di ogni carabiniere»

Quello dei social non è l'unico punto dolente. Su uno, in particolare, il comandante Nistri si è soffermato: quello dei procedimenti disciplinari, che secondo il Com devono venire sospesi fino al termine del procedimento penale. Questa norma, vista la durata interminabile dei processi penali, ha prodotto situazioni surreali, tra le più recenti c'è quella del maresciallo in servizio all'aeroporto di Fiumicino che è stato indagato perché si accordava con i narcos per fare passare incolumi i carichi di droga ai varchi doganali: l'Arma lo ha sospeso dal servizio, ma lui ha fatto ricorso al Tar. E solo grazie a un dettaglio procedurale non gli hanno ridato la divisa e la Beretta d'ordinanza.

Il Regolamento in corso di stesura non potrà modificare questa norma, proprio perché fa parte del Com.

Per questo l'intervento di Nistri di ieri va letto come un appello alle forze politiche a intervenire su questo tema, mettendo alla pari le normative militari con quelle del resto del pubblico impiego, che già ora consentono di irrogare sanzioni disciplinari anche prima della condanna definitiva.

E Nistri invoca anche nuove punizioni: a partire dalle multe in contanti.

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