A volte ritornano. Il no global Luca Casarini, ora, mette in crisi la sinistra e il segretario del Pd, Enrico Letta, proponendo una marcia per la pace a Kiev.
Un'iniziativa senz'altro lodevole, ma sicuramente poco praticabile. Casarini, intervistato dal Manifesto spiega più nel dettaglio la proposta che aveva lanciato dalle colonne de Il Riformista e critica quelli che chiama "opinionisti con stivali ed elmetto". " Vorrei Gianni Riotta, Antonio Polito, Francesco Merlo alla testa di un grande corteo di italiani ed europei a Kiev", dice il no global che si appresta a parte per l'Ucraina con l'Ong Mediterranea prima di tornare sul Mediterraneo con la Mare Iono la prossima settimana. Casarini crede che l'accanimento di certi editorialisti contro i pacifisti "sia una forma di frustrazione". Per l'esponente della sinistra radicale è giunta l'ora che la variabile umana prenda l'iniziativa e rovesci le carte in tavolo di"un mondo dove decidono tutto i tre grandi imperi di Usa, Russia e Cina". Insomma, in barba a quanto dice la Farnesina, i 30 parlamentari italiani, che avevano in mente di partire per una missione umanitaria in Ucraina della Comunità Papa Giovanni XXIII, dovrebbero rischiare la pelle proprio come hanno fatto i premier di Polonia, Slovenia e Repubblica Ceca. "Certo bisogna rischiare", dice Casarini che si chiede: "Quelli che si scatenano contro i pacifisti sono pronti o quando devono mettersi in gioco si imboscano?".
E, infine, l'invito secco diretto a Letta: "Andiamo insieme a Kiev". Una proposta che Casarini avanza, convinto del fatto che il segretario del Pd "non voglia l’allargamento della guerra e sappia che i discorsi di alcuni membri del suo partito sulla No Fly Zone sopra le centrali nucleari siano assurdi". Una guerra Nato-Russia causerebbe milioni di morti e, pertanto, il no-global insiste nel proporre "un’azione non prevista e non convenzionale", compiuta da personalità che possono anche essere divise sull'opportunità di inviare le armi in Ucraina, ma unite dal desiderio di pace. Casarini invita a costruire una nuova Europa con un'azione che, come dice il pontefice, sia"fuori dal solco del Novecento".
"Un conto è se partono uomini e donne di buona volontà, come a Sarajevo, un altro se facciamo una grande campagna e portiamo 30, 40, 50 mila europei con in testa parlamentari, segretari di partito, editorialisti e personalità pubbliche", chiosa Casarini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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