Luca Casarini e soci sono stati sconfessati dal tribunale del Riesame. Tutti i sequestri ordinati dalla procura di Ragusa per i 27 migranti sbarcati a Pozzallo dopo averli trasbordati sulla nave «Mare Jonio» da una petroliera danese, secondo l'accusa in cambio di 125mila euro, sono legittimi. Casarini lunedì parlava di «inchiesta basata sul nulla». Al contrario viene respinta la richiesta dei legali degli «umanitari» di dissequestrare dispositivi elettronici (cellulari e computer), documenti e strumenti di bordo. Se fosse stata accolta avrebbe azzoppato l'inchiesta che vede indagate 8 persone legate a Mediterranea Saving humans come Casarini, Giuseppe Caccia e Alessandro Metz, tutti ex esponenti politici di sinistra con visioni estreme. Il prezioso materiale d'inchiesta rimarrà a disposizione del procuratore capo di Ragusa, Fabio D'Anna, e il gruppo interforze, che ha condotto le indagini a partire dallo sbarco in Italia del 12 settembre dei 27 migranti. E che potrà continuare ulteriori accertamenti tecnici già in corso.
La difesa continua a sventolare la bandiera «dello stato di necessità» utilizzata come paravento dai talebani dell'accoglienza per non rispettare le regole. «Ricorreremo in Cassazione non appena saranno depositate le motivazioni della decisione del riesame scrivono in una nota i difensori -. I documenti provano la situazione di emergenza».
Il senatore di Fratelli d'Italia, Giovanbattista Fazzolari, ha depositato ieri un'interrogazione rivolta al Viminale chiedendo «quali verifiche e quali atti abbia intenzione di porre in essere per evitare che presunte operazioni umanitarie nascondano in realtà odiose pratiche speculative di traffico di immigrati».
Nel frattempo si registrano i primi segnali dell'«ondata» che gli addetti ai lavori temono in vista dell'estate. Questa settimana in sole 48 ore la Guardia costiera libica ha intercettato un migliaio di migranti riportandoli a terra. Nella notte fra lunedì e martedì sono sbarcati a Lampedusa 27 migranti, compresi 7 donne e 9 bambini. Ventiquattro ore prima erano arrivati in 59, in maggioranza tunisini.
La Guardia di Finanza ha intercettato a poche miglia di Capo Rizzuto una barca a vela battente bandiera americana per non destare sospetti.
A bordo c'erano 67 migranti di origine iraniana e irachena. E due scafisti probabilmente salpati dalla Turchia.
Alarm phone, il centralino delle Ong, ha lanciato l'allarme su un gommone, che starebbe affondando con 85 migranti. In 5 sarebbero già scomparsi fra le onde. E in mezzo al mare, evidentemente con un telefono satellitare, i migranti urlavano «stiamo morendo».
Open arms, dell'omonima Ong spagnola, ha imbarcato da tre giorni 219 persone partite dalla Libia. E adesso comincia la litania: «Ci sono donne incinte, molti bambini piccoli sotto i 10 anni e, come è facile immaginare, il ponte di una nave non è un luogo adatto a passare tutto questo tempo». La Guardia costiera italiana ha evacuato in elicottero Amina, incinta di 6 mesi, e suo fratello per motivi medici.
La coordinatrice di Open Arms Italia, Veronica Alfonsi, ammette candidamente che «abbiamo già chiesto un porto sicuro sia a Malta che all'Italia.
La Valletta come al solito ha negato l'autorizzazione, siamo ancora in attesa della risposta italiana».Ovviamente noi apriremo i porti, come sempre con il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. La nave spagnola è già posizionata a poche miglia ad Est di Lampedusa.
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