L'Italia non arretra sui migranti e continua a tenere il punto fermo: le ong non avranno più le porte spalancate. Alla nave della ong Humanity 1 era stato notificato un ultimatum da parte del governo per lasciare il porto ma il comandante ha deciso di iniziare un braccio di ferro contro il Viminale e di non obbedire allo Stato in cui la sua nave è entrata con autorizzazione provvisoria. E così, come rivelato da Angelo Bonelli, sia la Humanity 1 che la Geo Barents, di un'altra ong e battente bandiera norvegese, hanno ricevuto la prima reazione da parte del governo italiano: una sanzione.
La Ong tenta il braccio di ferro con l'Italia sui migranti
"Una sanzione di 50mila euro, se non lasciano il porto di Catania, è stata notificata alle due navi delle Ong", ha detto il co-portavoce di Europa verde, Angelo Bonelli. La mail è stata notificata a Humanity 1, che l'ha resa nota, ma da Medici senza frontiere che gestisce Geo Barents non c'è stata conferma alla notizia. "Non ci muoveremo da qui, non lasceremo il porto", ha detto ai giornalisti Till Rummenhohl, capo delle operazioni di ricerca e soccorso di Humanity 1. Quindi, ha aggiunto: "Non lasceremo il porto finchè non sarà sbarcata ogni singola persona dalla nave". Il capitano ha poi aggiunto: "Sono davvero indignato e sconvolto dal decreto illegale del governo italiano, che non mi consente di far sbarcare a terreale persone". Quindi, ha concluso: "L'Italia deve farle sbarcare".
L'avvocato italiano della Ong fa sapere: "Il 6 novembre scorso ha avuto notificato il decreto interministeriale che disponeva la nave dovesse lasciare il porto dopo avere ultimato lo sbarco. Ma capitano ed equipaggio hanno deciso disattendere perché non hanno alternative". Il legale ha fatto anche sapere di aver inoltrato domanda di protezione internazionale per i migranti rimasti a bordo e non solo, perché è stata avanzata anche la richiesta di sospensione del provvedimento.
Intanto Sos Humanity ha presentato un ricorso al Tar di Roma contro i provvedimenti del governo, perché a loro dire violerebbero "il diritto internazionale e italiano". In un successivo comunicato della ong si legge: "Sos Humanity chiede lo sbarco immediato dei restanti 35 sopravvissuti a bordo di Humanity 1 e sta intraprendendo un'azione legale contro l'ultimo decreto del governo italiano".
L'avvocato chiude a ogni possibilità di trattativa e alza un muro contro il governo: "Il decreto dei ministeri non sarà ottemperato dal capitano, al momento non c'è alcun'altra notifica da parte della procura nè dai ministeri. Stiamo in attesa, come in altri casi potrebbe esserci una rivalutazione da parte del ministero in autotutela".
La lezione di Carlo Nordio alle Ong
Nel momento in cui l'Italia ha iniziato a far valere la propria sovranità dopo anni di lassismo e buonismo propagandistico, le Ong ora alzano la voce. Ma l'Italia sta operando nel pieno rispetto della legge, come ha sottolineato anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio: "Per quanto riguarda la gestione dei migranti il trattato di Dublino è chiarissimo: la gestione deve essere fatta dallo Stato di primo accesso. E se una nave straniera in acque internazionali accoglie dei migranti, lo Stato di primo accesso è quello di bandiera di quella nave".
Quindi, ha concluso Nordio, "La vera soluzione secondo me sta nell'accordarci con gli amici della Ue, che proprio secondo il trattato di Dublino chi viene soccorso in acque internazionali approda nello Stato di bandiera della nave, e deve essere gestito da quello Stato. Curato dal porto più vicino, se necessario, ma poi portato nel territorio nello Stato di primo approdo".
Intanto, il presidente emerito della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli, ha sottolineato un aspetto che sfugge a molti che invocano la Carta: "L'accoglienza da parte della Repubblica è dovuta quando ci sono le condizioni che la Costituzione prevede: qui abbiamo un fenomeno migratorio di tipo economico che non è contemplato ed esubera anche il problema specifico delle navi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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