"Non possiamo autolesionarci". Il Pd va in tilt sul Quirinale

L'ipotesi Berlusconi al Colle guasta i piani di Letta: il Partito democratico teme che qualsiasi candidato di sinistra possa essere impallinato nelle prime tre votazioni

"Non possiamo autolesionarci". Il Pd va in tilt sul Quirinale

Quella che si è aperta è una settimana cruciale per la partita per il Quirinale. Sono ore di grande fermento, con i partiti che a stretto giro riuniranno le proprie fila per concordare una strategia in vista dell'elezione del prossimo presidente della Repubblica. All'appuntamento mancano precisamente 13 giorni e l'ipotesi di Silvio Berlusconi al Colle sta già mandando in tilt la sinistra. Si tratta solamente di una possibilità, visto che il Cavaliere deve ancora sciogliere le riserve. Eppure è bastato questo per far finire il fronte giallorosso in un caos interno.

I timori del Pd

Il primo schieramento politico a inaugurare l'agenda settimanale è stato il Partito democratico, anche se la riunione della segreteria che si è tenuta questa mattina al Nazareno si è trasformata in una commemorazione di David Sassoli che questa notte ha perso la vita all'età di 56 anni. L'intento della riunione del Pd fissata per oggi era quello di fare il punto sulla votazione per il Quirinale, in attesa della mosse degli altri partiti.

Dal Partito democratico assicurano che la linea (teorica) da seguire sarà quella già fissata fino a questo momento: appellarsi a tutte le forze politiche per condividere quantomeno un metodo di lavoro che parta dalla maggioranza di governo e che sappia allargarsi, eventualmente, anche all'opposizione.

Al Nazareno però sanno benissimo che questa volta il centrodestra parte con un vantaggio da un punto di vista numerico dei grandi elettori, soprattutto se riuscisse a fare sponda con Italia Viva. La forte preoccupazione tra i dem è dettata dalla costante possibilità che Silvio Berlusconi scenda in campo per approdare al Quirinale. "Se Meloni e Salvini rimangono su Berlusconi, noi non possiamo essere così autolesionisti da fare passi inutili", è il ragionamento di un esponente del Pd riportato dall'Agi.

Guai per Letta e Conte

La somma di questa situazione dà come risultato un rischio evidente, palese, che attanaglia l'intero fronte giallorosso: si teme che qualsiasi nome venga avanzato dal Pd finisca per essere impallinato nel corso delle prime tre votazioni, quando il centrodestra potrebbe tenere ancora coperto Berlusconi per poi - eventualmente - votarlo alla quarta quando non servirà più la maggioranza dei 2/3 dei grandi elettori.

Il tutto ovviamente non lascia dormire sonni tranquilli ai rappresentanti giallorossi, che a breve torneranno a riunirsi per fare fronte comune. Il dilemma principale è questo: studiare le modalità con cui arginare l'eventuale discesa in campo di Berlusconi o individuare una candidatura alternativa da contrapporgli?

Prima del 24 gennaio è atteso un altro vertice a tre tra Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza: i leader di Partito democratico, M5S e Articolo uno proveranno a fare un punto della situazione e serrare i ranghi.

Nella serata di domani dovrebbe esserci l'assemblea congiunta dei grillini, che appaiono divisi in correnti e spaccati sulla gestione della partita per il Quirinale: c'è chi vorrebbe eleggere una donna, chi un Mattarella bis, mentre altri sperano nell'elezione di Mario Draghi. Il momento in casa giallorossa è delicato e la sfida parte subito in salita.

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