Giornalista appassionato, cattolico devoto e politico apprezzato anche dagli avversari. David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, si è spento questa notte a causa di una brutta malattia al sistema immunitario per la quale era ricoverato dallo scorso 26 dicembre.
Dall'impegno nel cattolicesimo democratico al giornalismo
Nato 65 anni fa a Firenze, eredita dal padre Domenico, ex firma de La Nazione e de Il Popolo, la passione per il giornalismo. Con la famiglia si trasferisce ben presto a Roma dove frequenta il liceo Virgilio e qui incontra quella che, poi, diventerà sua moglie Alessandra Vittorini, sovrintendente ai Beni Culturali de L’Aquila, dalla quale avrà due figli: Giulia e Livia. Da giovane segue le orme del padre che, insieme a Paolo Prodi e Pietro Scoppola, nel 1975 dà vita alla Lega Democratica con cui anima il dissenso all'interno della Democrazia Cristiana. Il principale faro ispiratore di Sassoli è il sindaco di Firenze Giorgio La Pira. Di giorno collabora con varie testate e la sera la trascorre con l'amico e maestro Paolo Giuntella, compianto quirinalista Rai che lo spinge a impegnarsi nella Rosa Bianca, movimento di ispirazione cattolico-democratico. Nel 1985, mentre lavora all'agenzia cattolica Asca, è protagonista di uno scoop che però verrà pubblicato da Famiglia Cristiana. Sassoli è testimone dell'incontro, tenutosi a Parigi, tra l'allora ministro del Lavoro Gianni De Michelis e il terrorista di sinistra Oreste Scalzone in cui i due parlano chiaramente di amnistia.
Gli anni trascorsi in Rai
Nel 1985 entra nella redazione del quotidiano Il Giorno dove si occupa di politica e segue in prima persona eventi storici come la caduta del muro di Berlino. Nel 1992 passa alla Rai. Qui, inizialmente è inviato per il Tg3 e, in seguito, per i programmi di Michele Santoro finché Carlo Freccero lo chiama per condurre su Raidue la trasmissione Cronaca in diretta. Nel giro di pochi anni passerà a condurre il tg1 delle 20, ma nel 2000 è protagonista di un grave errore. "Ho sbagliato. La peggior sanzione che mi poteva capitare l’ho già ricevuta a casa mia. Ho una bambina piccola e mia moglie ha spento la televisione”, dirà Sassoli ai colleghi chiedendo scusa per un servizio sulla pedofilia in cui aveva fatto inserire immagini troppo esplicite e forti. Diventa vicedirettore del tg1 sotto gli anni di Gianni Riotta, ma poi nel 2009 decide di lasciare il mondo del giornalismo per dedicarsi alla politica, fortemente sponsorizzato dall'amico Dario Franceschini.
L'impegno politico al Parlamento europeo
"Nella vita di ciascuno esistono dei tempi. C’è un tempo per la professione, per il mestiere e, forse, poi, arriva anche un altro tempo. Quello di occuparsi della propria comunità, del proprio Paese”, dirà parlando del suo passaggio da piazza Mazzini a Bruxelles dove viene eletto nel 2009, dopo aver ottenuto ben 400mila preferenze all'Europee di quell'anno. Nel 2012 partecipa alle primarie del Pd per il candidato sindaco di Roma, ma ottiene solo il 28% e viene nettamente sconfitto da Ignazio Marino. Due anni dopo viene rieletto a Bruxelles dove viene votato come vicepresidente del Parlamento europeo, trampolino di lancio per il ruolo di presidente che otterrà nel 2019, grazie ai voti della cosiddetta 'maggioranza Ursula' che governa in Europa.
Lo scorso 14 dicembre, parlando con il Corriere della Sera, aveva annunciato che non si sarebbe ripresentato per un secondo mandato da presidente proprio per non dividere il fronte europeista guidato dai popolari e dai socialisti. "Prima vengono le istituzioni", aveva detto. In quell'occasione aveva rivendicato il cambiamento radicale delle politiche di Bruxelles con l'approvazione del piano Next Generation You, ma aveva anche espresso il suo rammarico per non essere riuscito a modificarre le piolitiche dell'Ue sull'immigrazione. "L’egoismo di alcuni governi indebolisce l’UE. Le parole di Papa Francesco in Grecia sono state una boccata d’ossigeno. Voglio rassicurarlo però che in Europa non siamo tutti uguali. Se non c’è rispetto della vita non esiste l’Europa. E questo è il momento di passare dall’odio alla solidarietà responsabile", aveva detto. A settembre Sassoli era stato colpito da "una brutta polmonite da legionella" e aveva dovuto interrompere tutti i suoi impegni istituzionali. Si era ripreso, ma subito dopo Natale le sue condizioni di salute sono peggiorate e stanotte è deceduto al Centro di riferimento oncologico di Aviano, in provincia di Pordenone, dove era ricoverato.
Il cordoglio delle Istituzioni
"La scomparsa inattesa e prematura di David Sassoli mi addolora profondamente. La sua morte apre un vuoto nelle file di coloro che hanno creduto e costruito un'Europa di pace al servizio dei cittadini e rappresenta un motivo di dolore profondo per il popolo italiano e per il popolo europeo" è il messaggio di cordoglio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato ha così ricordato"il suo impegno limpido, costante, appassionato" con cui "ha contribuito a rendere l'assemblea di Strasburgo protagonista del dibattito politico in una fase delicatissima, dando voce alle attese dei cittadini europei". Il presidente del Consiglio Mario Draghi, invece, ha definito l'ex presidente del Parlamento europeo come un"uomo delle istituzioni, profondo europeista, giornalista appassionato". E ancora: "Sassoli è stato simbolo di equilibrio, umanità, generosità. Queste doti gli sono state sempre riconosciute da tutti i colleghi, di ogni collocazione politica e di ogni Paese europeo, a testimonianza della sua straordinaria passione civile, della sua capacità di ascolto, del suo impegno costante al servizio dei cittadini". "La sua prematura e improvvisa scomparsa - conclude Draghi - lascia sgomenti. Alla moglie, Alessandra Vittorini, ai figli, Livia e Giulio, e a tutti i suoi cari, le condoglianze del Governo e mie personali".
Il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, infine, si è detta "profondamente addolorata per la terribile perdita di un grande europeo e orgoglioso italiano", e su Twitter ha aggiunto: "David Sassoli è stato un giornalista compassionevole, un presidente eccezionale del Parlamento europeo e, prima di tutto, un caro amico". "I miei pensieri sono con la sua famiglia. Riposa in pace, caro David", ha concluso la von der Leyen.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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