«Non siamo fannulloni: è colpa del M5s»

«Noi sempre in aula. La loro è una strategia per screditare il Parlamento»

Non ci sta il deputato azzurro Graziano Musella a farsi definire «scansafatiche» o, per dirla alla milanese, «fancazzista». Anche a nome di un gruppo di colleghi di Forza Italia, spiega che la colpa di un parlamento che lavora poco e produce ancor meno, è tutta del governo gialloverde. «Noi siamo sempre presenti in aula, da martedì a giovedì, come in tutte le legislature perché gli altri giorni sono dedicati al territorio e ci teniamo. Il gruppo di Fi è compatto, presente ed attivo, fa in modo serio il suo lavoro».

E come mai allora l'attività è al minimo storico?

«Dipende dall'incapacità profonda del governo di programmare l'attività parlamentare, per le contraddizioni interne alla maggioranza Lega-M5S e le incertezze sulla trattativa con l'Ue sulla manovra».

Quando l'approverete questa legge da correggere al Senato?

«Ce la presenteranno il 24, alla vigilia di Natale, e il voto finale sarà il 27-28 dicembre. Mai accaduto e non perché i parlamentari volessero andare in vacanza, solo perché si era in grado di fare una programmazione intelligente. Che questi signori sono incapaci di fare».

Quali sono gli impedimenti?

«Spesso ci troviamo bloccati per ore da sospensioni assurde, che servono a quelli della maggioranza a mettersi d'accordo sui provvedimenti da far arrivare nelle commissioni o in aula. Situazioni create dal governo a direzione grillina che impediscono il normale iter. I 5S avevano promesso di non mettere mai il voto di fiducia e ora, per incapacità, lo fanno. È un governo che non sa governare, disordinato nelle iniziative. Lo sottolineiamo sempre nei nostri interventi, come nell'ultimo di Sestino Giacomoni».

Non è vero che lavorate 50 minuti al giorno?

«Lavoriamo il tempo che ci consentono, tra un'interruzione e l'altra, ma certe notizie fanno il gioco del populismo velleitario e dell'antipolitica. Probabilmente, c'è una strategia dietro l'atteggiamento dei grillini, per svilire e rendere fragili le istituzioni.

Casaleggio dice che il Parlamento non serve e dev'essere trasformato in altro, magari in una piattaforma informatica per fare l'interesse delle lobby e non del Paese. Ci auguriamo che gli alleati leghisti non continuino ad appoggiare chi non vuole un'Italia gestita da un parlamento democraticamente eletto».

AMG

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