"Non lo voteranno...". Sfuma già l'ipotesi di Gentiloni al Quirinale

Il Partito democratico guarda di buon occhio l'ex premier al Colle: "È un ottimo nome". Ma il centrodestra prepara le sue mosse alternative

"Non lo voteranno...". Sfuma già l'ipotesi di Gentiloni al Quirinale

È già impazzato il toto-nomi per la corsa al Quirinale? Chi sarà il prossimo presidente della Repubblica? Da una parte c'è chi continua a sperare nel bis di Sergio Mattarella; dall'altra in molti iniziano a preparare le mosse per l'elezione di un nuovo capo dello Stato che potrebbe cambiare lo scenario della politica. In base a chi approderà al Colle si potrebbero avere diversi effetti sulle dinamiche nazionali: ad esempio le elezioni anticipate sarebbero un'ipotesi concreta se Mario Draghi dovesse diventare capo dello Stato. Ma oltre al premier ci sono altri nomi che circolano, tra cui quello di Paolo Gentiloni. Una possibilità tanto auspicata dalla sinistra che però potrebbe essere già sfumata.

Gentiloni al Quirinale?

Il commissario dell'Unione europea all'Economia rappresenta una figura che riuscirebbe a trovare consensi innanzitutto nel Partito democratico. Non a caso il senatore Andrea Marcucci ritiene che "sarebbe un ottimo nome per il Colle, potendo contare non solo su un ottimo curriculum nazionale, ma anche su un crescente prestigio internazionale in Europa e negli Stati Uniti". Potrebbero non fare resistenze il Movimento 5 Stelle, Azione di Carlo Calenda e magari neanche Italia Viva di Matteo Renzi. La linea di Forza Italia, ribadita da Antonio Tajani, resta la stessa: le candidature "si vedranno", per parlarne "è presto" e tutto "si vedrà al momento opportuno".

Il nome di Gentiloni però potrebbe essere già bruciato. D'altronde, come insegna la storia della politica, i candidati più spendibili spuntano a ridosso delle votazioni per il Quirinale. I partiti continuano a fare melina, dando priorità alla manovra da approvare e rimandando a inizio 2022 i discorsi legati al Colle. In particolare su guarda con attenzione in prossimità del 18 gennaio, quando le Camere riunite inizieranno le votazioni.

Le mosse del centrodestra

Il centrodestra cercherà di convergere su una figura comune, un candidato unitario che rappresenti la coalizione. L'opzione Gentiloni, fa notare Marco Antonellis su Italia Oggi, è piuttosto in salità: perché il centrodestra dovrebbe votare un candidato del Pd? Matteo Salvini è stato chiarissimo: "Bisognerà evitare un presidente palesemente schierato a sinistra". Sulla stessa linea Giorgia Meloni, che conta sulla compattezza del centrodestra e su "un rapporto leale fino alla fine della partita".

Sul tavolo resta l'ipotesi di Silvio Berlusconi, che continua a ricevere apprezzamenti dagli alleati e promesse di fedeltà qualora fosse un candidato. Il Cav gode della benedizione di Manfred Weber, presidente del gruppo del Partito popolare europeo nel Parlamento Ue, che gli ha riconosciuto di essere "sempre stato chiaramente pro europeo anche in periodi difficili in Italia, quando aveva molti movimenti populisti intorno".

Secondo i primissimi numeri con il pallottoliere alla mano, al centrodestra mancherebbero 10 o 15 voti se facesse sponda con Italia Viva. E a quel punto il gruppo Misto diventerebbe un pozzo fondamentale per caricare acqua. E non si tratta affatto di fantapolitica.

L'ex azzurro Alessandro Sorte, ora deputato del Misto, ha rivelato che nel suo gruppo potrebbero spuntare diversi voti a favore di Silvio Berlusconi se dovesse realmente scendere in campo per il Quirinale: "Lo voterei senza dubbi e penso di poter convincere nel Misto sette-otto deputati a fare altrettanto".

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