Il Nord Est che produce boccia il M5s statalista

Il Nord Est che produce boccia il M5s statalista

La vittoria del centrodestra in Friuli Venezia Giulia, con oltre il 57% e la sconfitta altrettanto clamorosa dei 5 Stelle scesi con lo 11% al terzo posto, ha una chiara spiegazione politica di natura economica e, insieme, culturale. Ha vinto il modello del Nord, che è fatto di imprese e di persone che producono e lavorano, con la sfida del mercato e dello sviluppo economico aperto al mondo globalizzato. Gente di vario ceto, soprattutto modesto e medio, che quotidianamente si rimbocca le maniche, fatica, risparmia, si aggiorna, gira il mondo per cercare nuove opportunità di lavoro e sbocco per il suo prodotto e dallo Stato, dalle Regioni e dagli Enti locali vuole meno spesa corrente assistenziale, meno burocrazia, meno tasse. Ma chiede anche più spese pubbliche per investimenti in opere pubbliche e infrastrutture e meno lacci e laccioli a quelle private. Questo mondo dinamico, di formiche operose, in questa parte di Italia del Nordest, quella della via della seta, ha caratteri particolarmente accentuati. Come ha scritto Marcello Zacché sin dall'inizio di questa stagione di confronto fra 5 Stelle e centrodestra che si svolgeva simultaneamente a Roma e nelle sfide elettorali regionali, era impensabile che il modello del Nord fosse sconfitto da quello del Sud. In Molise, ove il centrodestra è arrivato al 43,6%, ha vinto il modello del Nord, perché si addice al Sud. Nel Friuli Venezia Giulia, la regione del Nordest più a Est la controprova ha una dimensione che dimostra che il modello del Nord ha una maggioranza reale di natura nazionale. Il Friuli Venezia Giulia ha un modello economico di distretti, di piccole e medie imprese con vocazione europea e internazionale e imprese medio grandi e grandi multinazionali. Esso nella Venezia Giulia, fra Trieste e Gorizia consiste soprattutto di industrie leggere (caffè, vini, liquori), di servizi di assicurazione, trasporto e commercio marittimo internazionale, ma anche di cantieristica di qualità. Nel Friuli coesistono le imprese delle industrie leggere agroalimentari e quelle metalmeccaniche, piccole, medie e grandi, con vocazione internazionale, assieme a un carattere identitario locale. Le province hanno anche uno sviluppo turistico multinazionale. Dunque, questa regione presenta i modelli di economia avanzata che caratterizzano il made in Italy che man mano va dalla Padania e dal Nord al Sud e che occorre estendere a tutto il paese, per eliminarne il dualismo. Invece i 5 Stelle con il reddito di cittadinanza, la pretesa di reintrodurre l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, esteso alle imprese sotto i 15 addetti, col salario minimo garantito per legge, non affiancato dalla possibilità di fare contratti locali e aziendali in deroga ai quelli nazionali rappresenta un modello arcaico dirigista. Il rifiuto delle grandi opere, dalla Tav, al gasdotto Tap e le biciclette al posto del metrò, costituiscono la pretesa di far girare all'indietro le lancette dell'orologio. La gente comincia a capire cosa è realmente il programma, che Di Maio e Fico presentano sia per la apertura politica a destra che per quella a sinistra.

La camminata a piedi per andare al Quirinale serve per poter mettere le mani sulla Rai, su Mediaset, sulla Cassa depositi e prestiti e sui libretti di risparmio degli italiani, in nome di Gian Giacomo Rousseau, che - per altro - mentre predicava lo stato di natura e il contratto sociale, per conto razzolava male, vivendo a carico di benefattori e creditori irritati.

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