Nozze gay, Luxuria: "Pronta a tour dai sindaci obiettori"

Luxuria: "Partirei dal sindaco di Castiglion Fiorentino, Mario Agnelli, che da diverso tempo dice che non celebrerà unioni civili tra omosessuali”. E lui: "Non ci troveremo mai d'accordo"

Nozze gay, Luxuria: "Pronta a tour dai sindaci obiettori"

Il Paese è vivo e lotta insieme a noi. Anzi il paese Italia, quello con la chiesa, il bar, la stazione dei carabinieri e la piazza dello “struscio”. Perché è anche questa la dimensione dell’ultima frontiera delle unioni civili: l’obiezione di coscienza dei sindaci che si rifiuteranno di celebrare matrimoni omosessuali, violando la legge Cirinnà. O comunque aprendo un fronte politico di contesa diffusa. Da una parte c’è Vladimir Luxuria, paladina dei diritti LGBT, cioè di lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Reduce da due giorni di festeggiamenti, selfie con militanti entusiasti per l’approvazione della legge, interviste e dichiarazioni. “I sindaci obiettori? Non ci avevo ancora pensato, ma quasi, quasi…”. E c’era da scommetterci. Nel febbraio del 2014 Luxuria sfidò lo zar Vladimir Putin (“Ero lì contro Putin, non come Salvini che è andato a chiedergli soldi”, aggiunge l’attivista LGBT) sul palcoscenico internazionale delle Olimpiadi invernali di Sochi gridando in pubblico “Gay is ok!” e sventolando una bandiera arcobaleno con lo stesso motto in cirillico (fu arrestata dalla polizia russa e rilasciata dopo diverse ore). Con questo curriculum non è pensabile che se ne stia con le mani in mano: “Non vorrei essere costretta a fare un tour italiano nei Comuni dei sindaci disobbedienti, che non vogliono celebrare i matrimoni gay o darci lo scantinato delle scope”.

La prima tappa sarebbe la Padova a guida leghista del sindaco Bitonci? “No, il diritto d’autore spetta al sindaco di Castiglion Fiorentino, Mario Agnelli, che da diverso tempo dice che non celebrerà unioni civili tra omosessuali”. Quindi niente tour post-muccassassina? “Lei sta accendendo la mia fantasia!”. Ed eccola, l’altra parte in causa. In Castiglion Fiorentino Mario Agnelli, a capo di un’amministrazione civica alternativa al Pd (lui si definisce un ex “militante della Forza Italia 1.0”) in questa cittadina di 13mila abitanti in Val di Chiana, ultimo lembo meridionale dell’aretino. “Amministro dal 2014 un comune che nel 2011 era in dissesto, come me lo hanno lasciato le amministrazioni precedenti. Immagini se ho il tempo per queste cose…”, la parlata è quella inconfondibile e fluente dei toscani di territorio. “A febbraio mi sono detto indisponibile a celebrare matrimoni civili. E non sto violando nessuna legge, non è un compito esclusivo del sindaco, c’è anche l’ufficiale d’anagrafe o i consiglieri comunali… Mica posso impedire le unioni civili a Castiglion Fiorentino! Mi limito a rifiutarmi di celebrarle!”. E se Luxuria iniziasse il suo tour anti-disobbedienti proprio a Castiglion Fiorentino? “Io dico la mia senza discriminare gli omosessuali, ma non voglio essere discriminato. Vladimir Luxuria rispetti i valori degli altri, lo stesso rispetto che lei, o lui non so come dire, pretende dagli altri. Luxuria può venire a parlare quanto vuole, la o lo ricevo senza il minimo problema. Ma sui matrimoni omosessuali non ci troveremo mai d’accordo!”. E paura che arrivi la longa manus dello Stato per far rispettare la legge? “Ho ereditato un Comune dissestato per 10 milioni di euro. E nessuna autorità statale ha preso provvedimenti per fermare questa deriva. Ora, se qualcuno vuole sciogliere il Comune di Castiglion Fiorentino per le mie opinioni, beh, si accomodi pure, poi mi spiegherà la coerenza”. Le due Italie tornano in piazza e si fronteggiano. Una festeggia, l’altra no. Una pensa che l’Italia oggi sia un Paese più civile e moderno, l’altra che sia più disordinato.

Una mette l’arcobaleno sul tricolore. L’altra il tricolore lo porta a tracolla. Una impugna una legge della Repubblica. L’altra la libertà di coscienza. Qualcuno esce dal bar con un bicchiere di vino in mano, a vedere cosa succede in piazza…

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