"Ho sempre detto che di dimissioni fino alla fine del semestre di presidenza di turno della Ue non se ne parla". A gennaio, quindi, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano farà le proprie valutazioni che, ci ha tenuto a far notare, sono e devono essere "tenute completamente separate dall’attività di governo e dall’esercizio della funzione legislativa". Nel frattempo, Matteo Renzi scalda i motori e inizia a sondare il terreno per portare al Colle un uomo a lui gradito. Nelle ultime ore i riflettori si sono accesi su Riccardo Muti. Come rivela Domenico Muti, terzogenito del Maestro al Fatto Quotidiano, il premier avrebbe già sondato la disponibilità con una telefonata.
"Ma perché non mi fate continuare a dirigere che mi piace tanto?", si limita a replicare Muti. Che però non dice "no". Anzi. Valuta la proposta. "Per me mio padre è e resta un direttore d'orchestra, ma dell'eventuale elezione al Quirinale abbiamo parlato in famiglia, con lui, e sappiamo che una cosa del genere è troppo seria per non essere presa con serietà - assicura Domenico Muti - ed è quello che faremo, il suo nome lo ha fatto Renzi, e una proposta del premier, appunto, è una cosa seria". Dichiarazioni che il cronista del Fatto raccoglie sulla scalinata di Palazzo Vecchio a Firenze, prima del saluto al consiglio comunale del maestro. Con lui erano presenti sia il sindaco Dario Nardella sia Salvatore Nastasi, potente direttore generale del ministero della Cultura. Ma Palazzo Chigi smentisce categoricamente.
"Non si sentono da anni", assicura la presidenza del Consiglio. Che, poi, aggiunge: "Il premier non ha parlato con lui né con il signor Domenico Muti che non ha il piacere di conoscere. Il che rende retroscena e presunte rivelazioni destituite di ogni fondamento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.