Negozi per bimbi e cartolerie: cosa può riaprire dopo Pasqua

Il nuovo decreto del presidente del Consiglio proroga il lockdown fino al 3 maggio prossimo. Ma dal 14 aprile riaprono cartolerie, librerie e negozi per bambini

Negozi per bimbi e cartolerie: cosa può riaprire dopo Pasqua

"L'auspicio è che dopo il 3 maggio si possa ripartire con cautela, ma dipenderà dal nostro comportamento". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa in cui ha annunciato la proroga del lockdown contenuta nel nuovo decreto firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri. (Clicca qui per leggere il testo integrale)

"I segnali sono incoraggianti", dice il capo del governo, ma non dobbiamo "abbassare la guardia", altrimenti "si rischia di vanificare gli sforzi fatti finora". "Se cedessimo adesso - avverte - potremmo perdere i risultati e dovremmo ripartire dall'inizio". Il blocco iniziato l’8 marzo scorso, quindi, potrà essere allentato "solo gradualmente" a partire dall'inizio di maggio e durerà altre due settimane.

Le limitazioni, ha annunciato Conte, varranno "anche per le attività produttive". "Mettiamo al primo posto la salute ma teniamo anche al nostro tessuto economico e produttivo - ha aggiunto - vogliamo ripartire quanto prima ma non siamo ancora in condizioni di ripartire a pieno regime". Tuttavia alcune riaperture sono previste già a partire da martedì prossimo. Ma saranno "poche e mirate". Si inizierà con le attività che vendono beni necessari: cartolerie, librerie, negozi di abbigliamento per bambini e neonati.

In una prima bozza del decreto, circolata nel pomeriggio, si parlava anche di lavanderie, negozi per animali, sanitarie e studi professionali, oltre che ad un allentamento delle limitazioni allo shopping online per permettere ai cittadini di tornare a fare acquisti sul web. Confermato, invece, il via libera alla sivicoltura, ovvero alle operazioni di taglio dei boschi per ottenere il legname.

"Se prima del 3 maggio il trend dovesse permettere riaperture per quanto riguarda le attività produttive ci comporteremo di conseguenza", ha poi aggiunto il premier. Ovviamente in tutti i negozi che potranno rialzare la serranda si dovranno rispettare le norme di sicurezza per evitare la diffusione del virus: ingressi contingentati, distanza di sicurezza di almeno un metro e l’obbligo per gli addetti di indossare tutti i dispositivi di protezione individuali, come guanti e mascherine.

Una regola che in generale dovrà rispettare chiunque lavori a contatto con il pubblico. Insomma, cambierà poco rispetto al decreto in scadenza il prossimo 13 aprile. Per Conte "non ci sono ancora le condizioni per far ripartire le attività sospese" e neppure per assicurare la tutela della "salute dei lavoratori". L’incontro fiume tra il premier e i rappresentanti dei partiti di maggioranza è durato quasi sei ore. A tenere banco, oltre alla discussione sull’esito della riunione dell’Eurogruppo di ieri a Bruxelles, è stato proprio il dibattito sulle modalità e i tempi di allentamento del lockdown.

A premere per un’accelerazione nelle riaperture è stato soprattutto il capo delegazione di Italia Viva e ministro per le Politiche agricole, Teresa Bellanova che ha chiesto l’apertura graduale delle attività. "Se aspettiamo il rischio zero non apriamo più, nemmeno il 4 maggio, e c'è il rischio che diventi il 4 giugno", ragionava ieri la ministra. I renziani chiedono di procedere mappando i dati epidemiologici territoriali, e assicurando sicurezza dei lavoratori e le misure di distanziamento sociale. Per il ministro della Salute, Roberto Speranza, invece, l’ultima parola starà al comitato tecnico scientifico che fino a ieri ha invitato a restare cauti "per evitare di andare incontro alla seconda ondata" di diffusione del virus.

Il governo ha messo a punto anche una "task force" per la cosiddetta

fase 2 dell'emergenza sanitaria, quella della "ricostruzione". A formarla sarà un comitato di esperti che affiancherà il comitato tecnico-scientifico, presieduto dal super manager bresciano, ex Ad di Vodafone, Vittorio Colao.

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