D alla Serpentara (periferia Nord) ai serpenti. L'emergenza rifiuti della Capitale non smette di proporre ai lettori le più colorite associazioni. Ieri si parlava dell'invasione di topi e delle gare che i bambini di Tor Bella Monaca ingaggiavano a chi riusciva a contare più ratti degli altri.
Oggi, mentre gli abitanti di Fidene e della Serpentara denunciano miasmi insopportabili provenienti dai cassonetti non svuotati, si arriva a parlare anche di serpenti, tanto da arricchire e di molto la fauna metropolitana della capitale (già assediata da topi, gabbiani, piccioni e cinghiali). È la stessa Raggi a menzionare i rettili come ultima infausta sorpresa. Lo fa quasi a mezza bocca durante il sopralluogo di lunedì nel quartiere della periferia orientale della capitale, poco oltre il Grande raccordo anulare. Segno che non c'è più tempo da perdere. Tanto che ieri ha fatto anche un blitz all'impianto Tmb (trattamento meccanico-biologico) di Rocca Cencia. Vale a dire l'impianto della provincia che dovrebbe smaltire i rifiuti del quadrante orientale della Capitale. Il blitz è stato condotto dalla sindaca in compagnia dell'assessore all'ambiente Paola Muraro. Armata di caschetto di protezione e mascherina ha verificato di persona le pessime condizioni di lavoro dell'impianto. «È pieno, è strapieno. La soluzione di Ama è quella di portare i rifiuti fuori, ad incenerire. In realtà le soluzioni sono altre, ci sono delle ditte che possono prenderli e trattarli. Invece l'unica soluzione che ci propongono è quella dell'incenerimento. Non ci siamo, non è questa la strada: gli impianti sono rotti, sono completamente pieni, in pratica una discarica. Produciamo materiale che va in discarica o a bruciare. Dobbiamo riscrivere il contratto di servizio, rivedere tutto».
Insomma Virginia Raggi pone subito la questione dei rifiuti come centrale nell'agenda capitolina. Tante le cose da verificare. Perché bisognerà passare dalle parole ai fatti. I due blitz (Tor Bella Monaca e Rocca Cencia) sono stati il volano perfetto per una propaganda mirata, ora bisognerà trovare le soluzioni. La sindaca chiede videosorveglianza dei cassonetti (ma sono più di 90mila), chiede il controllo degli agenti (ma sono solo una quarantina) e soprattutto un giro di vite sulle multe per chi sporca la città (ma da quando è entrata in vigore la legge nel febbraio scorso che istituisce il reato per chi butta cartacce e mozziconi di sigarette a terra, come ricorda il Codacons, non è stata elevata alcuna contravvenzione).
Il blitz (pubblicizzato sui social media) non è piaciuto alla Cgil (che proprio l'altro giorno ha firmato l'accordo nazionale che scongiura lo sciopero nazionale di due gironi dei netturbini). «Condividiamo con lei tante critiche alla gestione di Ama - commenta Natale Di Cola, segretario della Cgil Funzione pubblica - e ci domandiamo come mai non abbia già nominato i nuovi vertici Ama e messo in campo un progetto. Non capiamo che senso abbia esporre così l'azienda senza aver ancora nominato un management nuovo e aver fatto proposte chiare».
Già, la chiarezza. Per adesso di chiaro c'è solo la proposta di Manlio Cerroni, soprannominato «il re dei rifiuti». Ignazio Marino, in ottemperanza a una direttiva europea fece chiudere la più grande discarica del continente a Malagrotta, proprio di proprietà del Cerroni.
Da allora le soluzioni alternative non si sono ancora materializzate e il Cerroni - come ha spiegato in un'intervista al Tempo - è pronto a dare una mano mettendo a «disposizione mezzi e impianti per uscire dall'emergenza».
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