Maurizio Gasparri è un fiume in piena, lo incontriamo alla manifestazione di Forza Italia, a Milano. Subito dopo l'intervento di Silvio Berlusconi. «Bello, sono molto contento!» commenta. Ma ne parliamo dopo, prima gli sta a cuore un altro tema: la Rai. È adirato (per usare un eufemismo).
Con chi ce l'ha?
Lei non ha letto l'intervista rilasciata da Corrado Augias qualche giorno fa?»
Si riferisce a quella in cui accusa Meloni e il suo governo di voler mettere le mani dappertutto e occupare la Rai?
«Esatto!»
Augias la definisce un'operazione preoccupante
«È per questo che ho deciso di rinnovare una mia vecchia interrogazione parlamentare proprio su di lui. Ci sbeffeggia e accusa il centrodestra di occupare la Rai e poi è il primo a occuparla da decenni e non solo».
Ci dica.
«Non voglio polemizzare sui familiari che, immagino, saranno in Rai per meriti indiscutibili. Tuttavia, ci sono! Poi se sono stati presi in Rai per meriti o per il cognome non lo so».
A quale interpellanza si riferisce?
«A una che feci qualche tempo fa per chiedere chiarimenti in merito ad alcuni possibili fondi neri che avrebbe percepito durante un premio letterario in Piemonte, ma non solo. Pare che le pagine di uno dei suoi tanti libri coincidano con quelle di un altro libro, scritto da un altro autore. Capita ad alcuni intellettuali, magari ci sarà stata una manina nel computer, chissà. C'è anche un altro aspetto non da meno: ai tempi Augias avrebbe avuto dei contatti con i servizi segreti della vecchia Cecoslovacchia, con i comunisti per intenderci».
Ma non le risposero a questa interrogazione?
«Le risposte furono molto evasive, ma non dissero che non era vero».
E così oggi la ripropone.
«Sì, è un moralista e dovrebbe essere più prudente. Ora ritiro fuori in Parlamento questa polemica perché noi possiamo fare i moralisti dei falsi moralisti». A questo punto Gasparri ci mostra l'interrogazione, tirandola fuori dalla tasca della giacca, dove la tiene sempre come promemoria. «Eccola, gliela mando, è molto dettagliata. Tutti questi farisei pensino ai casi loro. Casi con la s, eh!»
A proposito di Rai, ora si apre la partita delle nomine, Forza Italia a cosa punta?
«Beh, in Rai ci deve essere un ricambio. Le nomine attuali le ha fatte uno che è amico di Paolo Gentiloni. C'era il governo Draghi ma c'era una persona che tirava le funi delle nomine senza lasciare impronte digitali. Se le nomine le fanno gli amici di Gentiloni e del Pd vanno bene, se un nuovo governo ci mette mano e vuole attingere a professionalità interne alla Rai scoppia la polemica e tutti protestano. È una forma di augismo, è una malattia».
In che senso?
«Fanno la morale agli altri non essendo in condizioni di poterla fare, semplice. L'augismo è la malattia senile del comunismo. Questa la scriva, mi raccomando».
Ora posso chiederle di Forza Italia?
«Certo! Non mi chieda anche lei del futuro però. Ha visto quanti giovani c'erano? Puntiamo su di loro. Non siamo finiti, anzi».
E delle correnti interne a Forza Italia cosa mi può dire?
«Le posso dire che la dialettica c'è sempre stata ed è un sintomo di vitalità».
Ho visto che il videomessaggio del Presidente Berlusconi l'ha colpita?
«Sì, ha dato una grande lezione a tutti questi Calenda, Renzi, Schlein. Imparino da un grande uomo».
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