Carlo Calenda flirta con Elly Schlein. Il risultato è devastante: mezzo partito è pronto a fare le valigie in caso di intesa con i dem. Destinazione? Renzi o Forza Italia. Basta ascoltare le parole dell'ex ministro Mariastella Gelmini per misurare il livello tensione che monta nelle truppe calendiane rispetto allo scenario di un'alleanza con Schlein: «La pensiamo in modo diverso su Giustizia, Ucraina e Lavoro». Uno stop chiaro a un possibile accordo tra Azione e Pd. Come darle torto: ieri alla Camera era in agenda il voto sulle missioni internazionali. Ecco la prova schiacciante sulle parole di Gelmini.
Pd, M5s e Terzo Polo si sono divisi. Con tre posizioni diverse. Ed anche all'interno del Pd si registra la spaccatura. I dem votano no al supporto alla guardia costiera libica per il contrasto all'immigrazione illegale. Il capogruppo Fdi Tommaso Foti ironizza: «Le opposizioni inventano il voto Arlecchino».
Una frattura che si ripercuote inevitabilmente nella faida interna ad Azione. Sul piede di guerra non c'è solo l'ex azzurra Gelmini. Ma la pattuglia è ampia: Carfagna, Costa, Napoli. I dissidenti fanno filtrare: «Lavoriamo per un'intesa tra Azione e Iv alle Europee». Calenda però vuole giocarsi le carte con il Pd. La conferma è arrivata ieri a Bruxelles al leaders Summit di Renew Europe al quale hanno partecipato il presidente francese Macron e il presidente del consiglio europeo Michel. Il leader di Azione ha deciso di non parlare. Si è limitato a un tweet: «Ci siamo confrontati sulle prossime elezioni europee». Atteggiamento che viene letto negli ambienti di renziani come la prova di avvicinamento tra Calenda e il Pd. Con il rischio di innescare la fuga dal partito. L'asse con Schlein allontana la lista unica tra Iv e Azione alle Europee nel 2024. Un scenario che il numero uno di Azione non smentisce: «Oggi c'è da capire in che modo è più efficace presentarsi, se correre ognuno per il proprio conto o combinati, ma non necessariamente tutti e tre uniti, ciò che conta è avere il risultato più alto possibile» - spiega Calenda. In direzione opposta vanno, invece, le parole di Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Iv: «Lavoreremo anche in Italia perché tutte le forze che si riconoscono in Renew Europe corrano con una lista unitaria. Non pensiamo a ciò che ci divide, ma a ciò che ci unisce». Sul fronte interno di Italia Viva rientra il caso Elena Bonetti. L'ex ministro e il deputato Luigi Marattin avevano chiesto di anticipare il congresso. Richiesta accolta da Matteo Renzi: «Entro la prossima settimana saranno ufficializzate la segreteria/cabina di regia e la commissione congressuale come deciso all'Assemblea di Italia Viva di due settimane fa. Nel merito ho dato la massima disponibilità ad anticipare anche il congresso nazionale a ottobre/novembre così da accogliere anche i rilievi post assemblea più critici. E per settembre stiamo preparando una bella novità»- scrive il senatore nella sua E-news.
Al congresso dovrebbero sfidarsi due donne: Paita contro Bonetti. Un'altra pace è quella siglata tra Renzi ed Ettore Rosato (quest'ultimo molto defilato negli ultimi mesi). «Ettore avrà un ruolo centrale in Iv», fanno sapere i renziani.
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