A Bruxelles si riaffaccia sulla scena l'ipotesi di raccomandare la reintroduzione dei controlli alle frontiere interne di Schengen fino a due anni. Un'ipotesi che, secondo a portavoce della Commissione Ue Natasha Bertaud, non sarebbe ancora sul tavolo. A difendere la libera circolazione, però, è rimasto (quasi solo) Matteo Renzi. Che oggi, ai microfoni di Rtl 102,5, ha spiegato che "sospendere il trattato di Schengen di libera circolazione mette a rischio la stessa idea" di Unione europea. I Paesi, che invece ne vogliono la cancellazione, sono invece sempre di più.
La libera circolazione potrebbe avere le ore contate. Lunedì, alla riunione dei ministri dell'Interno Ue ad Amsterdam, la Commissione informerà che per Paesi come Austria e Germania - nel quadro del codice Schengen - l'unica possibilità per continuare ad effettuare i controlli alle frontiere interne sarà, da maggio, il ricorso all'articolo 26, quello che prevede la reintroduzione dei controlli fino a due anni. "A maggio - spiegano fonti Ue - i due Paesi avranno esaurito il tempo a disposizione per la reintroduzione dei controlli temporanei". Con la possibile attivazione dell'articolo 26 del codice Schengen si torna a parlare di un'eventualità già discussa a dicembre per convincere la Grecia ad accettare l'aiuto di Frontex nella gestione dei flussi. Secondo l'articolo, in caso di "carenze gravi e persistenti" nei controlli alle frontiere esterne, la Commissione Ue può proporre al Consiglio di raccomandare che uno o più Stati reintroducano i controlli alle frontiere interne, fino ad un massimo di due anni. Di fatto si tratta di una strada da imboccare quale "ultima risorsa", a cui guardare se entro le prossime settimane le misure decise a 28 non inizieranno davvero a funzionare, e gli arrivi a diminuire.
Il ministro dell'Interno tedesco, Thomas de Maizière ha fatto sapere di voler prolungare gli accertamenti a tempo indeterminato. "Al momento - dice - non vedo una data per sospenderli". La situazione politica interna resta complicata, col leader della Csu e presidente della Baviera Horst Seehofer che insiste sulla possibilità di portare la cancelliera Angela Merkel di fronte all'Alta Corte se non ridurrà i flussi. Lo stesso sta facendo la Francia che potrebbe prorogare lo stato di emergenza, scattato dopo gli attacchi di Parigi del 13 novembre e previsto per almeno tre mesi. "L'Europa non può accogliere tutti i rifugiati in fuga - mette in guardia il premier Manuel Valls - se così fosse, spiega, le nostre società ne sarebbero totalmente destabilizzate". Dal Forum di Davos il premier olandese Mark Rutte, che presiede il consiglio Ue, incalza: "Restano sei-otto settimane per salvare Schengen". Se tutti i tasselli della costruzione messa in piedi dall'Europa per far fronte alla crisi degli immigrati non andranno al posto in fretta, la primavera porterà nuovi picchi di arrivi che scardineranno il sistema.
"Dobbiamo essere molto seri rispetto alle paure di terrorismo e attentati - ha avvertito Renzi - siamo attenti ma dobbiamo anche richiamare i valori dell'Ue". NPer il premier non è sospendendo Schengen che si bloccano i terroristi: "Ci sono terroristi che sono cresciuti nelle nostre città".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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