Ora la sinistra si accorge che il fango è un boomerang

La campagna d'odio contro la Meloni e il centrodestra mostra già le prime crepe. Ed è un assist agli avversari

Ora la sinistra si accorge che il fango è un boomerang

È un po' come la favola del pastore che gridava al lupo, al lupo, con la differenza che in questo caso non c'è alcun lupo ma Giorgia Meloni. In breve: l'accanimento maniacale e artificioso con cui Enrico Letta agita lo spauracchio della vittoria di Giorgia Meloni nei panni del lupo pronto a mangiarsi la democrazia. Gli intellettuali non ci credono, i politici neppure, meno che mai i cittadini e alla fine si scopre che il tentativo di Letta di trasformare le elezioni in un duello western fra lui e Giorgia Merloni, porta male al Pd e porta ancora più consensi alla Meloni. Perfino Giuseppe Conte, che ha ricominciato a fare l'occhiolino al Pd, prende le distanze e dice in televisione a Mezz'ora in più di non crederci affatto. Lui vuole (e come ti sbagli) soltanto «confrontarsi sul programma», ma quanto alla guerra civile (mentale) di Letta, non essendo stupido, non abbocca. Sembra peraltro che alla campagna di Letta non abbocchi nessuno, anche considerando il fatto che lo stesso Letta aveva pubblicamente ammesso proprio Giorgia Meloni nel suo circolo atlantista, per fare squadra insieme rispetto alla guerra scatenata dai russi in Ucraina.

Idem Matteo Renzi che promette battaglie parlamentari accesissime, sì, ma non per l'inesistente minaccia alla democrazia. Semmai, dice Renzi, «vedo un pericolo gravissimo per i conti pubblici».

Perché vede saltare in aria i conti pubblici. Dunque, dice a Letta l'ex presidente del Consiglio ed ex segretario del Pd (quello che rassicurò Letta prima di silurarlo con il proverbiale «Stai sereno») se volete giocare a fascisti e antifascisti, accodatevi ma noi non partecipiamo.

E la ragione è evidente: non c'è nessuno, neppure fra coloro che detestano la Meloni e si fanno venire il sangue cattivo all'idea di una sua vittoria, che si senta di appoggiare la tesi secondo cui una vittoria di Fratelli D'Italia costituirebbe una minaccia per il sistema democratico. Il fatto che la Meloni abbia preso una posizione netta e chiara sull'aggressione russa all'Ucraina, sullo schieramento italiano con l'Occidente, la Nato e gli Stati Uniti sembra dimostrare semmai che la Meloni ha già politicamente occupato sul piano internazionale una quota della credibilità internazionale su cui si sentiva sicuro Enrico Letta, prima di imbarcare la sinistra anti-Nato e anti-Occidente insieme ai verdi contrari a tutte le innovazioni tecniche capaci di portare energia e benessere nelle case degli italiani.

Anche lo scrittore Walter Siti, molto popolare nella sinistra, ha risposto alle domande di Huffington Post dicendo che pur seguitando a votare Pd, trova del tutto sbagliata la scelta di demonizzare la Meloni, sia perché non c'è proprio niente da temere da questa leader sul piano istituzionale, sia perché le reazioni contro il suo successo il successo personale di una leader donna, l'unica - nella sinistra italiana dimostra quanto la confusione e una certa dose di ignoranza autoprotettiva regnino sovrane nel vuoto lasciato dalle ideologie di sinistra. Si potrebbe anche dire che l'ostinazione con cui Giorgia Meloni ha resistito anche alle critiche più amichevoli affinché abbandonasse il simbolo della fiamma che deriva dal primo partito neofascista della Repubblica e premiata largamente con gli interessi. La sinistra in Italia specialmente quella che aborre la modernità e detesta senza sempre dirlo apertamente l'Occidente, ha una reazione compulsiva quando viene agitato l'inesistente spettro del fascismo morto ormai da quasi ottant'anni. Ma l'antifascismo generico e ancora l'ultima attrazione e l'ultima esca usabile per mettere insieme dei voti privi di qualsiasi connotazione politica su che cosa fare nel nostro paese, sicché quando un leader in affanno e senza le idee chiare come evidentemente è oggi Enrico Letta, non sa resistere e tira quella maniglia d'allarme.

La conseguenza inevitabile è uno sballottamento delle idee e delle posizioni che però non porta nulla. Questo, del resto, è quanto dicono i sondaggi che mostrano in costante ascesa i voti per Fdi e una crescente confusione nel campo che il Pd riteneva presuntuosamente molto largo.

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