Il pagellone dei politici italiani 2020

Nel 2020 il governo giallorosso è stato investito dall'onere e dall'onore di fronteggiare l'emergenza coronavirus, con risultati non del tutto soddisfacenti. Ecco il bilancio dell'operato dei vari leader politici

Il pagellone dei politici italiani 2020

Il 2020 sarà ricordato come l'anno in cui la pandemia da coronavirus ha sconvolto il nostro Paese e i politici italiani. Il governo giallorosso, nato da pochi mesi, è stato investito dall'onere e dall'onore di fronteggiare l'emergenza, con risultati non del tutto soddisfacenti, visto e considerato che l'Italia è il Paese che conta più decessi in Europa. Abbiamo, quindi, voluto fare un bilancio dell'operato dei vari leader.

Giorgia Meloni 8 Il suo partito, Fratelli d’Italia, è stato capace di intercettare il 10% di consensi persi dalla Lega negli ultimi 12 mesi. FdI, ormai, è data stabilmente al 16% come terzo partito italiano, sopra il M5S, mentre la Meloni, stando agli ultimi sondaggi, ha superato ‘l’elevato’ Conte ed è attualmente il leader col più alto livello di fiducia.

Silvio Berlusconi 7 Il Cavaliere ha sconfitto il coronavirus, il nemico più pericoloso, ed è tornato centrale nella politica italiana. Se da un lato è vero che Forza Italia è lontana dai fasti del passato, Berlusconi ha ricompattato il centrodestra sia sul voto per lo sforamento di bilancio sia sul Mes.

Matteo Renzi 6 Ha un partito che oscilla attorno al 3% eppure continua ad essere decisivo per la vita e la morte dell’esecutivo giallorosso. Ha ottenuto il rimpasto di governo e ha ridimensionato il ruolo di Conte e del suo entourage nella gestione del Recovery Fund.

Matteo Salvini 5,5 Dopo aver fatto cadere il governo gialloverde, si è perso. Ha fallito la spallata al Conte-bis sia in gennaio sia in primavera quando non è riuscito a mantenere la promessa di espugnare le due Regioni rosse per antonomasia, l’Emilia-Romagna e la Toscana. La Lega, però, rimane saldamente primo partito italiano con il 23-25%. Ci si aspetta molto di più dal ‘Capitano’.

Luigi Di Maio 5 Quando è entrato in politica forse nemmeno lui si aspettava che, nel giro di pochi, avrebbe ricoperto delle cariche così prestigiose: vicepresidente della Camera nella scorsa legislatura, ministro e vicepremier nel governo gialloverde e, infine, titolare della Farnesina nel Conte-bis. Sulla politica estera viene aspramente criticato per la gestione del caso Regeni e dei pescatori di Mazara del Vallo, ma in compenso, con gli Stati Generali, ha dimostrato di avere ancora in mano la golden share nel M5S.

Giuseppe Conte 4 È passato dalle stelle alle stalle nel giro di pochi mesi. Renzi stava per buttarlo giù, ma poi è arrivata la pandemia che lo ha salvato. Le dirette Facebook lo hanno fatto passare come il ‘buon padre di famiglia’ che voleva salvare le nostre vite, ma poi i nodi sono venuti al pettine. Finito il primo lockdown, pian piano, il bluff è uscito allo scoperto e il suo consenso è calato. Tra Dpcm e sforamenti di bilancio vari, nessun politica aveva mai avuto tanto potere e tanti soldi da gestire e nessun altro, forse, sarebbe stato in grado di fare peggio di lui. A tenerlo in vita è la paura dei giallorossi, in caso di sconfitta alle elezioni, di non poter gestire i 209 miliardi del Recovery Fund e di non poter eleggere il prossimo inquilino del Quirinale.

Davide Casaleggio 3 I parlamentari grillini hanno vinto la loro sfida contro il figlio del co-fondatore del Movimento. Casaleggio jr, con la sua piattaforma Rousseau, diventerà un semplice fornitore di servizi e perderà ogni controllo sul M5S.

Roberto Speranza 2 Leggete ‘Il libro nero del coronavirus. Retroscena e segreti della pandemia che ha sconvolto l'Italia' di Andrea Indini e Giuseppe De Lorenzo e vi si aprirà un mondo sugli errori commessi dal nostro ministro della Salute e dal suo entourage.

Nicola Zingaretti s.v. Sempre un passo indietro a Matteo Renzi. Impalpabile e senza mordente in ogni situazione. Alziamo le mani di fronte a un segretario di partito che non prende mai alcuna iniziativa politica.

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