
«Papà ci ha insegnato la disciplina, saper cogliere le opportunità e, soprattutto, non mollare mai».
Il papà è Gian Germano Giuliani, ideatore del famosissimo Amaro Medicinale Giuliani, morto martedì a Milano, all'età di 87 anni, dopo una lunga malattia durata quattro anni. Chi parla invece è Giammaria Giuliani, terzogenito di Gian Germano, che insieme al fratello Mario Germano, è alla guida dell'azienda. Usciti nel 2014 dalle operazioni, sono ad oggi nel CdA.
Mi descrive suo padre?
«Un padre piuttosto duro che ci trasmesso il valore del lavoro e del sacrificio. Da lui abbiamo appreso l'importanza del non apparire. Ci ha sempre detto: Parlate il meno possibile e lasciate siano i fatti a farlo».
Perché lo definisce «duro»?
«Siamo figli cresciuti con un'educazione severa, rigida, rigorosa. Pretendeva molto da noi».
Mi faccia un esempio...
«Io a differenza di mia sorella Maria Sole e di mio fratello Mario Germano, ero il più discolo, quello più irrequieto. Senza possibilità di scelta, all'età di tredici anni sono stato mandato a New York, alla scuola militare».
Ci descrive questa scuola?
«Un liceo con annessa la vita militare. Si studiava, si facevano le esercitazioni, avevamo le uniformi».
Che esperienza è stata?
«Catapultato così piccolo in una realtà così diversa dalla mia, parlando pochissimo l'inglese ed essendo l'unico europeo a frequentare quella scuola, le confesso che non è stato semplice soprattutto all'inizio. Però...».
Però?
«Con il senno di poi ringrazio mio padre per aver fatto quella scelta. Non ho alcun rancore verso di lui, anzi, la cosa più grande che mi ha lasciato quell'esperienza è stata la capacità di riuscire ad adattarmi a qualsiasi situazione in qualsiasi momento».
Suo padre è stato descritto da tutti come un visionario innovatore. È così?
«È sempre stato un po' geniale, sregolato in certe cose ma ha sempre capito prima, forse a volte anche troppo, le tendenze del mercato. Una delle sue forze è stata l'essere da sempre un uomo di marketing fin dagli anni '60-'70 con il Carosello. Ha immediatamente capito il potere della pubblicità riuscendo a rendere l'Amaro Medicinale così famoso. Ogni italiano aveva in casa una sua bottiglia».
L'azienda è stata per un periodo quotata in Borsa.
«Facciamo chiarezza su questo. Non si tratta della stessa azienda. Noi abbiamo diversificato. La Giuliani è rimasta Giuliani Italia. Uno dei nostri investimenti più importanti è un'azienda quotata in Borsa durante il Covid, che si occupa di proprietà intellettuale sui farmaci. È la più grande nel mondo, compra le royalty dei brevetti sui farmaci. Si chiama Royalty Farm ed è quotata al Nasdaq. Fondata da mio padre insieme altre due famiglie».
Suo padre è morto dopo una lunga malattia durata quattro anni.
«Anche se speri sempre non succeda, eravamo tutti consapevoli di ciò che stava accadendo. Sono stati quattro anni pesanti. La malattia è stata progressiva, non stava bene e si poteva comunicare poco. Lascia un grande vuoto perché anche se non era più molto presente, solo il fatto che ci fosse era importante. È venuto meno il nostro punto di riferimento».
Fino a quando suo padre è stato attivo in azienda?
«Inaspettatamente all'età di settantacinque anni ha lasciato l'azienda e ci ha detto : Adesso tocca a voi, fate vedere cosa sapete fare. Poi veniva a controllare (sorride)...».
Suo padre era un grande tifoso interista?
«Appassionato di calcio, non solo era tifoso, ma ha fatto anche parte del CdA dell'Inter dal '95. Dalle nozze con Bedy Moratti è nata mia sorella Maria Sole».
Immagino abbia ereditato da suo padre la fede interista?
«No no. Io sono milanista».
Come ha fatto a diventare milanista?
«Con un presidente come Berlusconi non potevi non esserlo».
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