Il Papa guida il fronte anti Lega sui migranti

Bergoglio però non cita Salvini, ma anzi allarga la questione coinvolgendo Bruxelles

Il Papa guida il fronte anti Lega sui migranti

Roma - Cercasi leader disperatamente. Se Mario Draghi resta solo un sogno proibito, se Sergio Mattarella, nei limiti imposti dal suo ruolo di arbitro, sta già facendo la sua parte bastonando il governo sulla manovra e sulla «compressione» del Parlamento, se i sindaci in rivolta non sembrano in grado di rovesciare il tavolo, se i cortei delle associazioni sono ininfluenti, ecco allora il personaggio che può infiammare l'opposizione: il Papa. «Da parecchi giorni quarantanove persone a bordo di Sea Watch e Sea Eye, le navi delle ong, sono in cerca di un porto sicuro dove sbarcare. Rivolgo un accorato appello ai leader europei perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di questi uomini e donne». E ancora: «Non permettiamo alle nostre paure di chiuderci il cuore, ma troviamo il coraggio di aprirci ai fratelli e alle sorelle che hanno bisogno di aiuto».

Poche parole, un paio di frasi pronunciate dal balcone del Palazzo apostolico, durante l'Angelus del giorno dell'Epifania, ma bastano a Francesco per condannare la politica italiana sull'immigrazione. Bergoglio ovviamente non cita Salvini, anzi allarga la questione coinvolgendo Bruxelles, però non sarà facile per il ministro dell'Interno trascurare un appello così forte del Papa. Infatti il Vaticano, che in Italia conta ancora parecchio, ha deciso di schierarsi e negli ultimi giorni la Santa Sede si è mossa con tutte le sue forze. La Conferenza episcopale, la Fondazione Migrantes, Civiltà Cattolica, diversi vescovi e cardinali, adesso addirittura il Pontefice: il governo si muova, dice, i porti vanno aperti, quegli uomini vanno salvati. Se si aprirà uno spiraglio, il Vaticano darà una mano. «Voglio dichiarare la disponibilità della Chiesa torinese ad accogliere alcune famiglie, come già fatto a settembre per il caso della nave Diciotti - annuncia l'arcivescovo Cesare Nosiglia - . Un gesto che ha un significato simbolico e concreto, un segnale preciso alle autorità italiane».

Le parole di Francesco piacciono a sinistra. «Non potevano esserci espressioni più efficaci - commenta la pd Raffaella Paita - per chiarire che i porti devono restare aperti e che Salvini usurpa i poteri di altri». E Nicola Fratoianni, Leu, «da non credente ringrazio il Papa». Ma soprattutto si inseriscono nel duro braccio di ferro in corso nella maggioranza tra Lega e Cinque stelle sulla gestione degli sbarchi. Fico e Di Battista vorrebbero far scendere donne e bambini, Di Maio chiede una decisione collegiale del governo e il premier Conte lavora a una mediazione. Salvini però non vuole mollare. «Quanti ne accoglieremo? - scrive su Facebook - Zero». Il vicepremier non intende rinunciare alla sua battaglia, quella più popolare, e pazienza se il Papa non è d'accordo e se il Vaticano si è mobilitato.

L'assenza dell'Europa e la posizione di chiusura di Malta, che non vuole «creare un precedente» autorizzando l'attracco due navi e cerca di «mantenere un equilibrio tra assistenza e sicurezza», aiutano il

ministro dell'Interno a tenere il punto. «Giusto che si discuta, ma in materia di migranti quello che decide sono io. Fate quello che volete, però per chi non rispetta le leggi, i porti italiani sono e rimarranno chiusi».

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